Se n'è andata Flora, la clochard del centro
Non sono in molti, a Trento, a poter dire di non aver mai incrociato per strada la Flora. E a tantissimi, anche non fumatori, sarà capitato, almeno una volta, di vedersela arrivare incontro e di sentirsi chiedere una sigaretta. La Flora, all'anagrafe Flora Borgogno, se n'è andata ieri mattina presto, colpita da un arresto cardiaco alla Rsa di San Bartolomeo dove viveva da qualche mese, dopo essere stata operata - a seguito di un infortunio - l'anno scorso. Era nata a Pergine Valsugana nel 1958
Non sono in molti, a Trento, a poter dire di non aver mai incrociato per strada la Flora. E a tantissimi, anche non fumatori, sarà capitato, almeno una volta, di vedersela arrivare incontro e di sentirsi chiedere una sigaretta.
La Flora , all'anagrafe Flora Borgogno, se n'è andata ieri mattina presto, colpita da un arresto cardiaco alla Rsa di San Bartolomeo dove viveva da qualche mese, dopo essere stata operata - a seguito di un infortunio - l'anno scorso.
Era nata a Pergine Valsugana nel 1958: non aveva ancora compiuto 56 anni. Magari ne dimostrava qualcuno in più, ma la sua non era stata una vita facile.
«La conoscevo da almeno vent'anni - ricorda il direttore del Servizio di salute mentale Renzo De Stefani - e diciamo che, tanto per non essere retorici, così su due piedi appariva una persona male in arnese. Eppure, faceva parte della città. E dai trentini era considerata una della città. Non una persona da cui tenersi alla larga, da isolare».
Ed è vero. Pur con tutti i suoi problemi, vedere la Flora era quasi rassicurante. Fuori dai bar, oppure a caccia di mozziconi oppure ancora placida su qualche panchina. Ti squadrava con il suo fare torvo all'apparenza, ma a volte esplodeva in sorrisi inaspettati, mostrando che in fondo quella del «muso» era solo una maschera. Magari un modo per difendersi, in mezzo ad una città, la sua, a cui ora la sua sagoma mancherà.