Da domani aperta la caccia al cinghiale
Da domani riapre la caccia al cinghiale: nel 2013 gli abbattimenti furono 200. Anzi, è più corretto dire che «riprendono le operazioni di controllo della presenza del cinghiale». Sul nostro territorio si stimano oggi almeno 250 esemplari. E questo prima delle nuove nascite: la capacità riproduttiva di questi ungulati è elevatissima e l'incremento netto annuo si attesta tra il 50% e il 200%
Da domani riapre la caccia al cinghiale: nel 2013 gli abbattimenti furono 200. Anzi, è più corretto dire che «riprendono le operazioni di controllo della presenza del cinghiale». Sul nostro territorio si stimano oggi almeno 250 esemplari. E questo prima delle nuove nascite: la capacità riproduttiva di questi ungulati è elevatissima e l'incremento netto annuo si attesta tra il 50% e il 200%.
È possibile, quindi, interpretare correttamente il dato riportato in relazione ai prelievi del 2013. Da sottolineare che rispetto al 2012 (150) l'entità del prelievo è salita di circa cinquanta unità, mentre il raffronto con il 2011 (100) parla di un incremento pari almeno al doppio.
I numeri sono stati resi noti ieri dall'Associazione cacciatori trentini (Act) che, da circa un paio d'anni, si è attivata nei confronti dell'amministrazione provinciale attraverso la proposta di un protocollo finalizzato per un controllo efficace della specie. «La massiccia presenza di questi animali - spiega il presidente Giampaolo Sassudelli - ostacola il normale svolgimento delle attività agricole, oltre a minacciare gli altri componenti dell'ecosistema ed a creare delle pesanti ripercussioni sociali per chi vive nei pressi delle zone popolate dai cinghiali».
Dal punto di vista della distribuzione territoriale, i 200 cinghiali prelevati provengono dalla Valle del Chiese (82) e dalla Val di Ledro (11), da Val d'Adige e Vallagarina (92), dalla Valsugana (10). «A tal proposito - dice il direttore dell'Act Ruggero Giovannini - ha senso specificare che la maggior presenza di questi ungulati è riscontrabile nell'area storica della loro comparsa, ovvero in Valle del Chiese». Segue il nucleo della Vallagarina, che si attesta in maniera stabile fino alla Valle del Leno di Vallarsa e si è recentemente congiunto con il nucleo della Vigolana-Marzola. Buone le presenze anche in Val di Ledro.
Sempre in termini numerici, nel 2013 si contano 996 controllori abilitati e 743 controllori incaricati (valori che non variano molto nel 2014). Per prelevare i i 200 cinghiali, lo scorso anno sono state necessarie 7.575 ore di uscite orientate al prelievo degli ungulati, suddivise tra controllo ordinario (7.459) e straordinario (116).
Il cinghiale è responsabile di danni a produzioni agricole, prati e pascoli. Nel 2012 si sono contate circa 40 richieste di indennizzo: sebbene al di sotto della soglia di indennizzabilità, una ventina di queste (accertate dal Servizio Agricoltura) sono state risarcite in toto con 5.000 euro provenienti dalle casse dell'Act. Per le rimanenti, l'amministrazione provinciale è intervenuta con una cifra di 12.000 euro mentre l'Act ha messo di tasca propria una quota in compartecipazione pari a 5.000 euro. Insomma, in totale l'Act ha contribuito con un fondo di 10.000 euro. «Il quale - conclude Sassudelli - è finanziato con i costi maggiorativi versati dai controllori abilitati per l'ottenimento dei permessi al prelievo del cinghiale».