Cinquemila alpini pronti per il Friuli
La trasferta per l'adunata di domenica a Pordenone è in fase di perfezionamento, ma le penne nere del Trentino - come è nell'indole alpina - non si fermano e guardano in avanti. È il 2018 il prossimo obiettivo: i 100 anni dalla fine del primo conflitto mondiale potrebbero essere celebrati con l'adunata nazionale proprio a Trento. Come accadde nel 1987, quando la città vestita di verde, bianco e rosso accolse centinaia di migliaia di penne nere
La trasferta per l'adunata di domenica a Pordenone è in fase di perfezionamento, ma le penne nere del Trentino - come è nell'indole alpina - non si fermano e guardano in avanti. È il 2018 il prossimo obiettivo: i 100 anni dalla fine del primo conflitto mondiale potrebbero essere celebrati con l'adunata nazionale proprio a Trento. Come accadde nel 1987, quando la città vestita di verde, bianco e rosso accolse centinaia di migliaia di penne nere.
«La nostra terra è stata bagnata dal sangue di tanti caduti - spiega il presidente della sezione di Trento dell'associazione nazionale alpini Maurizio Pinamonti - l'adunata è un momento di festa ma anche di ricordo di chi ha sofferto e sacrificato la propria vita, a prescindere dalla parte in cui stava e dalla divisa che indossava». Senza scordare la ricaduta economica che un evento del genere può portare sul territorio: 120milioni di euro è l'importo calcolato da uno studio dell'Università Cattolica.
Intanto a Pordenone tutto è pronto. Dal Trentino arriveranno in 5mila. «Ogni gruppo si organizza in maniera autonoma. Sono più di 50 i pullman organizzati, oltre alle persone che raggiungeranno la città con mezzi propri. Pordenone è una città vicina, saremo più numerosi dello scorso anno, quando a Piacenza ci siamo trovati in 4mila». Alcune penne nere trentine partiranno tra domani e giovedì per prendere parte al servizio d'ordine e di sicurezza, ed alle manifestazioni di contorno. Altri gruppi raggiungeranno il Friuli domenica.
La sfilata inizierà alle 9 del mattino. Gli alpini trentini, divisi in blocchi, partiranno alle 17-17.30, e saranno i primi delle sezioni del Triveneto, seguiti da Veneto e Friuli. Novantaquattro bandiere tricolori apriranno la sfilata, a rappresentare gli anni della sezione trentina, seguite dalle fanfare, dagli striscioni, dai 269 gagliardetti dei gruppi che riuniscono nella nostra provincia 24mila soci. «Gli alpini a servizio dell'Italia» è il tema dell'adunata e gli striscioni a questo si ispirano. «Abbiamo valutato le proposte dei gruppi, poi deciso gli slogan», spiega Pinamonti. Le penne nere trentine parlano alle nuove generazioni. «Giovani: dai genitori il modello, dagli alpini l'esempio», «I giovani e la patria: orgogliosi italiani del domani», è il messaggio di un paio di striscioni. Non mancano frasi di speranza nel futuro, personale e comunitario: «Gli alpini a servizio dell'uomo e delle libertà fondamentali», «Per i mali d'Italia, il soccorso alpino», «La nostra storia, garanzia di futuro», «Alpini: navigatore satellitare per l'Italia».
Parteciperanno la fanfara sezionale, la fanfara di Riva di Garda, quella di Pieve di Bono, Cembra, Lizzana, e della valle dei Laghi, ed i cori sezionale e Re di Castello di Daone. «Sono invitati tutti i nostri sindaci, presenti numerosi anche l'anno scorso, sia i sindaci alpini con il cappello, sia coloro che sfileranno solo con la fascia tricolore - evidenzia Pinamonti - E ci saranno anche parecchi giovani, ragazzi con meno di 30 anni che hanno fatto il servizio militare con ferma volontaria». Ma. Vi.
Che i trentini ci tengano ad ospitare l'adunata è noto anche a livello centrale, da più di un anno. «Abbiamo forti motivazioni» sottolinea il presidente Ana Pinamonti. L'unico ostacolo, al momento, parrebbe la candidatura - sempre per il 2018, a 100 anni dalla fine del primo conflitto - di Vittorio Veneto, una delle città simbolo delle battaglie della Grande Guerra. Ma gioca a favore di Trento la probabile assegnazione a Vicenza del raduno 2016 ed a Treviso e Conegliano del raduno 2017. «Vittorio Veneto potrebbe unirsi a Treviso per "l'adunata del Piave" - ragiona ad alta voce Pinamonti - e Trento diventare sede del raduno 2018». Un pensiero all'eventuale organizzazione dell'evento già c'è, anche se Pinamonti frena: «È tutto prematuro» evidenzia, forse più per per scaramanzia che per convinzione. Anche se, in maniera ufficiale, la risposta si saprà solo tra 2 anni. «Le assegnazioni avvengono ogni settembre - spiega - L'anno prossimo sarà L'Aquila ad ospitare l'adunata, e per sapere la città del 2016 bisogna attendere l'autunno: oltre a Vicenza potrebbero esserci altre candidature. Come alpini del Triveneto abbiamo chiesto che le adunate per gli anni 2016,2017, 2018 si tengano nella nostra zona». A Pordenone, i nostri porteranno l'orgoglio alpino e soprattutto la determinazione trentina: primi a sfilare tra i gruppi del Nordest, con lo sguardo dritto al 2018 ed al mezzo milione di persone che Trento potrebbe ospitare.