Baratter: scontro inutile tra Alpini e Schützen

Quella tra Alpini e Schützen è una contrapposizione inutile. È categorico Lorenzo Baratter, capogruppo del Patt in Consiglio provinciale ma anche storico, che interviene con un corposo comunicato nel dibattito innescato dalle parole di Giuseppe CoronaI vostri commenti

BaratterQuella tra Alpini e Schützen è una contrapposizione inutile. È categorico Lorenzo Baratter, capogruppo del Patt in Consiglio provinciale ma anche storico, che interviene con un corposo comunicato nel dibattito innescato dalle parole di Giuseppe Corona.

 

«La crisi di quest’epoca - sottolinea Baratter - si manifesta non tanto e non solo nella crisi economica: essa si caratterizza soprattutto nel pericoloso ritorno a contrapposizioni ideologiche frontali che non fanno altro che esasperare gli animi. Spesso la voce della mediazione e del buonsenso viene messa ai margini perché considerata inutile in un dibattito dove l’unica necessità pare quella di differenziare – non di rado con violenza verbale – ciò che è buono o cattivo, bianco o nero, giusto o sbagliato, vero o falso. Su ogni tema bisogna marcare anche con violenza ed esasperazione le differenze. Ognuno si sente possessore di verità intoccabili. E spesso anche sul piano mediatico questi argomenti vengono usati non tanto per contribuire a un approfondimento, ma per creare barricate o talvolta anche per distrarre l’opinione pubblica, più o meno consapevolmente, rispetto ai problemi reali della società».

 

Quanto al dibattito in corso, Baratter spiega: «Senza entrare nel merito delle dichiarazioni degli uni o degli altri, trovo davvero inutile e stucchevole, ma anche pericolosa, questa continua, logorante, assurda contrapposizione fra Alpini e Schützen che dura ormai da anni. Non è infatti creando odio e contrapposizione che si risolvono i problemi, bensì con il dialogo. E’ questo ciò di cui ha bisogno il Trentino oggi? A chi giova questo continuo voler fomentare gli animi e contrapporli? Che cosa ci ha insegnato il passato se continuiamo invece a lavorare per costruire divisioni e incomprensioni? Tanta fatica e sacrificio, nonché il superamento di pericolosissime stagioni di violenza, ha comportato la costruzione di un clima di convivenza tra le diverse culture e sensibilità che rendono viva questa nostra Regione nel nome dell'Autonomia.

 

Allo stesso modo basterà poco per distruggere il lavoro fatto, con danno incalcolabile per tutti e sicuramente con grande vantaggio per chi non guarda con simpatia all’autogoverno di questa terra, in un’epoca nella quale ritorna in auge la naturale tentazione dello Stato (che vale in ogni Stato) di ridare forza al centralismo. Anziché avere appreso le lezioni del passato, siamo qui ogni giorno a dividerci, per cosa?

E’ con il dialogo e con la collaborazione che la gran parte degli Schützen sono riusciti a farsi apprezzare per l’impegno genuino nel volontariato e nella salvaguardia dei valori che rappresentano. A loro va la nostra più viva e sincera riconoscenza. Così come la nostra riconoscenza va a gran parte degli Alpini, in prima linea ogni giorno non per fare propaganda, come crede qualcuno, ma per dare innanzitutto una mano a chi ha bisogno.

Tolte tutte queste divise, messe da una parte tutte queste bandiere, che cosa resta dietro a ogni Alpino e a ogni Schützen? Resta un uomo che ama profondamente la sua terra e la sua gente.

 

Non si può certo dire che in questi anni non siano mancate e non manchino le occasioni per cercare di riequilibrare la conoscenza di vicende – quelle del Trentino nei secoli e anche nella prima guerra mondiale – che oggi possono essere conosciute da tutti. Non si può certo negare che già da tempo Schützen e Alpini stanno insieme ricordando e onorando tutti i caduti di quel terribile conflitto, a prescindere da bandiere e divise. Questo Trentino, una terra forte ma piccola nel contesto nazionale ed europeo, non troverà certo nella divisione, nell’odio, nel contrasto, nella contrapposizione tra le diverse sensibilità, una ragione di forza.

 

Anzi, questo è un pericolo mortale per la nostra autonomia, in un momento di grande difficoltà. Gli estremismi e le posizioni radicali, che tanto danno hanno causato in passato, non appartengono alla nostra cultura di radice contadina: una cultura senza tanti grilli per la testa, che non bada alle apparenze e ai simboli ma alla concretezza delle cose, al guardare avanti e al lavorare insieme per il bene delle nostre Comunità. Schützen e Alpini, al di là delle divise e delle bandiere, rappresentano l’anima più bella di questa terra, quella più autentica, fatta di attaccamento alle tradizioni, ai valori degli antenati, alla montagna, alla solidarietà nei confronti dei più deboli, al saper stare insieme anziché agire ciascuno per proprio conto.

Al contrario io credo che queste due anime della nostra terra debbano sempre più avvicinarsi e lavorare insieme per tenere vivo lo spirito autonomistico delle nostre genti, fondato principalmente sulla difesa dei valori e delle tradizioni locali, isolando chi invece (da una parte e dall’altra) lavora in direzione avversa».

 

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