In ospedale Bridi, il più votato della Lega: «Stress da campagna elettorale, non ho più 40 anni»

di Leonardo Pontalti

Il colmo è che Vittorio Bridi non solo s’è preso un bello spavento, ma ha pure rischiato - lui, il più votato della sua Lega - di non poter votare.

Ora che è stato sottoposto agli esami del caso e lascerà presto l’ospedale ci si può anche scherzare su - come fa lui per primo - ma domenica il 65enne responsabile della sezione cittadina del Carroccio se l’è vista brutta: «Era pomeriggio e stavo andando a votare, a Martignano, in auto. Quando ha iniziato a girarmi la testa. Mi sono fermato, sono tornato a casa e abbiamo chiamato il 118».

Ora si trova nel reparto di neurologia, ma la prima cosa che ha fatto al S. Chiara è stata quella di salire al sesto piano, al seggio dell’ospedale, e votare.

«A tradirmi è stato lo stress per la campagna - racconta Bridi - con gazebi e incontri tutti i giorni e tutte le sere. È il segreto della Lega, ma costa fatica e non ho più 40 anni. E poi mi ha segnato l’aggressione che ho subito il 2 maggio in piazza Duomo (porta ancora il tutore al braccio fratturato, ndr): anche quello ha contribuito. Con l’amarezza nel vedere la caccia alle preferenze metterci uno contro l’altro anche in uno stesso partito».

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