Infornata di giovani a palazzo Thun: gli over 40 sono ben dieci
È un consiglio che, mai come questa volta, si può definire «verde», quello che si insedierà presto a palazzo Thun. E non solo per i risultati dalle urne che hanno fatto approdare cinque (che con la rinuncia di Cia diverranno sei) rappresentanti leghisti. Soprattutto, invece, per l’età media, trascinata verso il basso da quasi un quarto dell’assemblea.
Se prendiamo i risultati della scorsa legislatura, sei anni fa erano solo 8 i consiglieri under quaranta, ma su un totale di dieci poltrone in più. Il dato assume ancor più rilevanza se andiamo a considerare la fascia dei consiglieri fino a 30 anni che sei anni fa a palazzo Thun erano rappresentati unicamente da Andrea Merler, che all’epoca dell’elezione aveva 26 anni. Oggi, invece, ci troviamo davanti ad un gruppo ben più ampio di giovani con meno di trent’anni, pronti a dare battaglia e a discutere sulle decisioni che il Comune di Trento dovrà prendere nella futura legislatura. Sono giovani, ragazze e ragazzi, che provengono un po’ da tutti i partiti sia di centrodestra che di centrosinistra.
Nel frattempo, ecco qualche dato. Il record della presenza di giovani eletti è certamente da attribuire al centrodestra. Proprio a Trento abbiamo uno dei consiglieri comunali più giovani delle città capoluogo in Italia. Con soli 19 anni, infatti, Stefano Osele, eletto nelle fila della Lega Nord, sarà il più giovane in consiglio. Nei partiti di centro destra sono diversi gli eletti con meno di 35 anni.
Meno giovani, ma pur sempre fondamentali, negli eletti della coalizione di centrosinistra autonomista, dove a far da padrone, in termine di età, è il Pd, seguito dal Patt. Tutta un’altra storia invece per gli eletti di alcuni partiti come Progetto Trentino e Cantiere Civico Democratico, dove forse l’età anagrafica non è stata una delle priorità nello scegliere i candidati da sostenere.
A sentire gli under 30 sono pronti a dimostrare le proprie capacità e la propria preparazione. Un sottile filo li unisce tutti: voler diventare una sorta di «portavoce» all’interno dell’amministrazione comunale per le nuove generazioni.
Un leitmotiv che viene già messo in campo puntando sul «poco ascolto delle fasce giovani negli ultimi anni» e soprattutto sulla «la forte richiesta di spazi di aggregazione». Una ventata di freschezza, insomma, che potrà far altro che bene a Palazzo Thun. Lo «svecchiamento» delle istituzioni di certo non è cosa semplice ma l’auspicio di molti è che l’arrivo di idee giovani e grintose possano cambiare qualcosa. Ovviamente, tutto questo, se le premesse sulla carta non dovessero andare deluse: la carta d’identità non sempre è un affidabile certificato per la «giovinezza d’idee».