Ambulanti esasperati Troppe auto in divieto
Una parte delle centinaia di ambulanti che ogni giovedì animano il mercato di Trento è esasperata.
Anche ieri, molti di loro hanno dovuto iniziare la propria attività con quasi due ore di ritardo per un problema che si presenta sempre più spesso: le auto che vengono lasciate posteggiate in centro storico, soprattutto in via Verdi in zona Università, e che rimangono lì prima della rimozione occupando lo spazio riservato agli stand dei commecianti. Che ieri avrebbero iniziato a lavorare attorno alle 8.30, quando molti di essi avrebbero dovuto aprire i battenti già alle 6.30.
Fra i più battaglieri e portavoce del malcontento generale, il titolare del banco pescheria che si trova all’incrocio fra via Verdi e via Rosmini all’altezza del semaforo: «La cosa anomala - racconta Marzio Balaustra - è che per la completa rimozione delle vetture si sono dovute aspettare quasi due ore. Due ore di mancato guadagno per noi».
Avete chiamato i vigili urbani? «Ovviamente, ma se prima arrivavano alle sei a far sgomberare tutti, adesso ci hanno detto che c’è un regolamento per cui possono entrare in azione solamente dalle 6.30. Capisco tutto, ma mi chiedo: come è possibile mobilitare solamente un camion dell’Aci che può portare via al massimo due auto alla volta? Stamattina (ieri mattina, ndr), erano una quindicina le auto posteggiate. Abbiamo potuto iniziare a lavorare non prima delle 8.15, quando di solito già alle 6.30 dovremmo servire i primi clienti. Una cosa inconcepibile».
Dalle altre parti non succede? «Succede, ma con la differenza che quando siamo ad esempio a Verona, a mettersi in moto sono cinque o sei camion che sgomberano le vetture. Iniziare con un ritardo così marcato per noi comportano la riduzione di almeno un quarto dei guadagni. E la gente che viene di solito alla mattina presto e trova lo stand ancora chiuso, non ripassa più durante la giornata. Per chi poi, come me, non ha solo un furgoncino, ma un vero e proprio tir con rimorchio da piazzare e posteggiare, il disagio è ancora maggiore».
Avete fatto presente la cosa al Comune? «No, perché abbiamo un’associazione di categoria a cui fare riferimento, ma non è solerte come vorremmo. Probabilmente ci organizzeremo con una raccolta firme o con una petizione per chiedere un intervento anticipato delle forze dell’ordine».