Trento, nuovo canile alla Vela dalla primavera Sono previsti cento posti e un'area per i gatti

di Stefano Mura

Fine primavera 2017. Questo è il termine ultimo di realizzazione dell'atteso progetto del nuovo canile di Trento. La comunicazione è stata resa nota durante la riunione della commissione consiliare per l'urbanistica, alla quale erano presenti numerosi consiglieri comunali e gli assessori Italo Gilmozzi (Lavori Pubblici e Bilancio) e Andrea Robol (Cultura, Biblioteche, Politiche Ambientali e Pari Opportunità).

Finalmente al dunque, quindi, dopo un iter travagliato durato vent'anni. Nonostante il momento di particolari ristrettezze economiche, ha sottolineato l'assessore Gilmozzi, l'amministrazione comunale ha sentito l'esigenza di risolvere una situazione ormai insoluta da troppo tempo, investendo trecentomila euro che, sommati ai seicentomila provenienti dalla Provincia vanno a completare l'importo totale del costo dell'opera.

Il progetto del nuovo canile è stato presentato alla commissione dal dirigente del Servizio Edilizia Pubblica, Giuliano Franzoi e dalla dirigente del Servizio Ambiente, Luisella Codolo.

La struttura sorgerà in località Vela su un terreno di proprietà di Trentino Trasporti della grandezza di circa settemila metri quadri che sarà messo a disposizione in comodato d'uso fino al 2026.
Sugli standard di quello attuale, il nuovo canile potrà ospitare un massimo di cento cani e avrà, come richiede la legge, anche un'area veterinaria destinata ai gatti.

Di media, il canile di Trento negli ultimi anni ha accolto poco più di una cinquantina di ospiti a quattro zampe.

La nuova struttura risulta quindi dimensionata agli standard e alle attuali esigenze di accoglienza.
Per la realizzazione del progetto sono stati coinvolti vari interlocutori esperti in materia come i gestori dell'attuale canile cittadino, l'azienda sanitaria, i veterinari e, per il complesso fronte delle normative per la tutela dell'ambiente, l'Appa.

L'area interessata è circondata da terreni agricoli e la prima abitazione dista dal confine del canile circa sessantacinque metri. Uno spazio sufficiente, quindi, a garantire scarso impatto acustico. I box destinati ai cani sono larghi tre metri e lunghi nove. Sono isolati dal punto di vista termico per tutelare l'animale nelle stagioni con gli sbalzi di temperatura più forti e suddivisi in più spazi per garantire la sicurezza degli operatori. Dal punto di vista energetico, infine, il modulo prefabbricato per gli ambulatori sarà alimentato da pannelli fotovoltaici che assicureranno anche un risparmio sui costi di gestione.

La presentazione del nuovo progetto ha sollevato anche qualche perplessità.

La prima riguarda la sua collocazione nelle vicinanze dell'elettrodotto e gasdotto. La documentazione presentata sull'impatto dell'inquinamento elettromagnetico non ha convinto molti consiglieri e soprattutto l'associazione Oipa, presente alla seduta con la sua portavoce Ornella Dorigatti. Quest'ultima ha colto l'occasione anche per chiedere che la normativa provinciale sul benessere e trattamento del cane venga migliorata. L'altra problematica importante riguarda, invece, il contratto di comodato d'uso legato al terreno che accoglierà il progetto. Il timore è che in futuro, qualora Trentino Trasporti avesse un tipo di gestione diversa da quella attuale, possano esserci problemi che portino allo spostamento del canile. Dopo vent'anni di discussioni sull'argomento, alcuni consiglieri si aspettavano una soluzione definitiva. Certo è che trovare un'area utilizzabile e che accontenti tutti non sembra proprio impresa facile.


 

Critico il consigliere M5S Andrea Maschio, che scrive in una nota: «L’iniziale entusiasmo percepito nell’esposizione del progetto e delle tempistiche del nuovo canile di Trento è andato scemando mano a mano che lo svolgimento della presentazione si spingeva nello specifico.

Sicuramente buona la notizia che entro fine febbraio dell’anno prossimo il progetto dovrebbe vedere la sua conclusione. Meno buona la notizia che dopo anni di dubbi, verifiche, ipotesi e non-decisioni l’area individuata è un area di proprietà di Trentino Trasporti che darà in comodato per 10 anni la stessa. Questo comporta peraltro il fatto che vi sia la possibilità che fra 10 anni dovrà essere spostano nuovamente. Si scopre peraltro che l’area è soggetta ad inquinamento elettromagnetico per un elettrodotto ad alta tensione che influisce su un parte consistente dello stesso ma considerava di minore rilevanza in quanto solo zona di sgambamento.

Come dire, se riferito agli umani, i bambini a casa non hanno problemi ma al parco si! Vi è inoltre un aspetto importante che riteniamo di particolare rilevanza. Nel seguire la progettazione, che non discutiamo a livello tecnico né metodologico, riteniamo però un errore non aver interpellato anche le più importanti associazioni animaliste per cercare di trovare una sintesi metodologica che possa far fronte alle varie necessità legate agli animali ed ai cani n particolare.

Sembra mancare un progetto di informazione, formazione e cultura nella gestione degli animali nei confronti dei loro proprietari che dovrebbe viaggiare parallelamente alla gestione di un ricovero come quello in previsione. Si dovrebbe avere cura di evitare di importare animali da fuori regione perchè l’evidente conclusione è quella di vedere sacrificate adozioni e cure per tutti i cani tranne che per quelli trentini. Non da ultimo il fatto che il progetto e la sua realizzazione non è oggetto di decisioni del Consiglio comunale per cui non ci resta altro che evidenziare le nostre perplessità sperando che si possa trovare modo di sciogliere i nodi sopra evidenziati.

Nel contempo sollecitiamo il Comune e la Provincia ad aggiustare le leggi attuali nei confronti degli animali che poco dicono in merito al loro benessere ed alla buona convivenza e rispetto tra uomo ed animale. Alternative? Portare i cani a Rovereto, Bolzano o Verona. Beh in fondo lo facciamo anche con i rifiuti. Per fare un opera provvisoria e sottoposta ai campi elettromagnetici tanto vale non farla, siamo dell’idea che un opera di tale genere per essere portata avanti debba seguire tutti i criteri oggettivi indispensabili, altrimenti possono essere solo soldi buttati».

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