«El Remo» lascia, dopo oltre 50 anni
Il barbiere chiude la bottega di via Perini. «Dagli anni Sessanta è cambiato il mondo»
Dopo una carriera professionale durata oltre cinquant'anni, Remo Frizzera, storico barbiere della città di Trento, ha deciso di concludere il suo percorso lavorativo nella giornata di venerdì, chiudendo definitivamente la bottega di via Perini, dove esercitava dalla fine degli anni Sessanta. L'uomo, conosciuto e apprezzato da intere generazioni di trentini, che hanno avuto modo di farsi tagliare i capelli o regolare la barba dall'artigiano, ha infatti deciso, in accordo con la moglie Anita, che gestiva la limitrofa profumeria, di appendere la forbice al chiodo definitivamente, per dedicarsi una volta per tutte al riposo e agli amati cani. La decisione, che ha rattristato i moltissimi clienti della zona, ormai abituati a considerare l'esercizio come un punto fisso, un luogo di congiunzione tra il passato della città e la Trento dei giorni nostri, è stata presa un poco a malincuore. «Ad un certo punto - ci ha detto lo stesso Frizzera, mentre continuava a rifinire i tagli degli ultimi clienti - tutto è destinato a finire, compreso il lavoro».
Eppure, il barbiere era rinomato in tutta la città per l'inesauribile vitalità, che lo ha portato a proseguire nell'attività anche una volta raggiunti gli ottant'anni di età. Un traguardo davvero inusuale, che ben pochi artigiani possono vantare, soprattutto in considerazione della complessità e della gravosità del lavoro di barbiere, che costringe a restare in piedi per oltre otto ore al giorno. Ad oggi, era infatti uno dei barbieri in attività più anziani della città, e nel quartiere l'uomo era talmente conosciuto da essere menzionato semplicemente come «el Remo» (il riferimento alla professione era considerato superfluo).
Nato nel 1934, Remo Frizzera ha iniziato la propria attività di parrucchiere, inizialmente da donna, nei primi anni Sessanta. In una città profondamente diversa, meno estesa e trafficata, caratterizzata da edifici ormai scomparsi e da larghe strade attraversate dal filobus, il primo impiego era stato in una dei più rinomati saloni della città, situato in largo Carducci e frequentato da buona parte della popolazione cittadina. A metà degli anni Sessanta, Frizzera si sposta in via Perini, a pochi passi dalla bottega in cui poi rimarrà fino alla chiusura, fissata simbolicamente nell'ultimo giorno lavorativa dell'anno. Di quel primo periodo, l'uomo conserva non solo la prima licenza, ma anche le fotografia di come erano i palazzi della zona e la strada cittadina, significativamente diversa dall'arteria trafficata che conosciamo oggi.
«A quel tempo - racconta la moglie Anita - non vi erano molti degli edifici odierni, mentre alla fine di via Perini iniziava la campagna coltivata della periferia urbana. Anche la clientela era differente: si preferiva il rapporto di fiducia con i commercianti, e si acquistava muovendosi principalmente a piedi o in bicicletta tra una bottega e l'altra. Oggi, invece, si preferisce il supermercato, dove non vi sono i problemi di parcheggio del centro città, e la spesa la si fa tutta insieme».
Negli anni Settanta, la bottega disponeva anche di un reparto per signore, testimoniato dai caschi dell'epoca appesi al muro, mentre una piccola sedia con il cavallino era sempre a disposizione per i clienti più giovani.
I coniugi iniziano con oggi una nuova vita, incentrata sulla ricerca di una nuova dimensione personale e familiare, in cui il riposo e le passeggiate sulle amate montagne la faranno da padrone. Il negozio e l'annessa profumeria verranno invece messi in vendita, come confermato dal titolare.