«Prova alpini» superata, Trento ora è pronta per grandi eventi
La «prova alpini» è stata superata: la città ha retto all’assalto pacifico di 600mila persone. Trento si prepara a diventare un punto di riferimento nel panorama nazionale per ospitare i grandi eventi. Ne è convinto l’assessore comunale alle politiche economiche e turismo Roberto Stanchina, che si dice disponibile da subito a dialogare con i cittadini, soprattutto con coloro che vivono in centro storico e mal sopportano lo strascico notturno delle feste. «Un luogo vuoto e silenzioso è più pericoloso di un luogo affollato: cercherò di far capire questo ai residenti» spiega Stanchina, che traccia un bilancio positivo dell’esperienza dell’adunata. «Sono rimasto colpito dallo spirito con cui tutti, dagli esercenti alla polizia municipale, dai ragazzi di Dolomiti Ambiente agli autisti di Trentino Trasporti, hanno affrontato questi giorni. È proprio vero che il lavoro per gli alpini si fa con un altro spirito».
Assessore, lo «spirito diverso» con cui tutti hanno collaborato alla buona riuscita dell’adunata nasce innanzitutto dalla simpatia della gente per le penne nere. Questo stesso spirito potrebbe animare la città anche in altri eventi di tale portata?
«Sì, Trento è pronta. Ci siamo accorti del cambio di passo quando abbiamo gestito per la prima volta la Color Run. Non c’erano le 600mila persone dell’adunata, ma avevamo portato in un solo giorno 16mila persone. Lì è partito il primo vero lavoro di protocollo, di grande intesa. Con gli alpini, poi, c’è stato un lavoro sinergico incredibile. Si è trattato di un evento di portata completamente diversa per gestione e per motivazione rispetto ad altri. Come ho detto alla prima conferenza dei servizi in Comune,è un evento paragonabile ad una calamità naturale, perché ha portato 5 città nella città».
La macchina organizzativa ha girato come doveva girare, la prova è stata superata. Ma un conto sono gli alpini, un altro i futuri grandi eventi. Trento è davvero pronta al salto?
«Non dico che da domani dobbiamo tollerare tutti i week-end di baraonda. Ma in una città come Trento che ospita una decina di eventi all’anno con grandi flussi, dalle Feste vigiliane al Festival dell’economia, dai Mercatini di Natale ad un paio di appuntamenti con la Notte Bianca, penso che ci possa essere da parte della cittadinanza una sorta di collaborazione, in modo da godere insieme di questi momenti. Naturalmente condanno profondamente quei comportamenti che non hanno nulla a che veder con l’educazione civica e che ci sono stati anche all’interno dell’adunata, da parte di persone che non c’entrano con gli alpini e che hanno approfittato della serata per superare il limite».
Episodi di maleducazione e non reati?
«Parlerei anche di piccola delinquenza, perché se si fanno i propri bisogni sull’uscio altrui, sulle porte dei negozi, si fanno dei danni. Lancio un monito ai giovani e a tutti coloro che, stufi della maleducazione, vorrebbero difendere la città da questi comportamenti: perché non facciamo una pagina Facebook e pubblichiamo le foto di chi si comporta male? È ora di smetterla che, per pochi, tanti debbano perdere l’occasione di avere una città bella e ricca di eventi».
Chi vive nel centro storico vorrebbe la tranquillità, di notte. Con la bella stagione iniziano le feste e qualche appuntamento musicale...
«A lamentarsi è una parte molto ristretta della popolazione. Ci scusiamo e a questi cittadini chiediamo un po’ di tolleranza. Trento è una città che può godere di 8-10 eventi all’anno e non ha altri problemi di confusione. Se la città è viva va a sparire la delinquenza. Un luogo vuoto, buio e silenzioso è molto più pericoloso di un luogo affollato. Sempre nel limite della decenza».
Ci può essere un accordo con i residenti del centro?
«Lo abbiamo sempre fatto. Pugno duro per chi si comporta male, per chi non rispetta le regole: come amministrazione comunale abbiamo il modo per intervenire. E il sottoscritto lo farà. A dicembre ho fatto chiudere un locale del centro alle 23 per 20 giorni. Non possiamo condannare tutta la città per colpa della maleducazione di certe persone o degli esercenti che non rispettano le regole».
A chi vorrebbe il silenzio dopo le 22, cosa risponderà l’amministrazione?
«A queste persone chiedo un minimo di cortesia. Una città che alle 22 spegne tutto non è una città sicura. Ma sono pronto al confronto, anche perché un cambio di passo deve esser fatto con la partecipazione di tutti, cittadini e commercianti. Trento è una città universitaria, al centro dell’Europa, una città che tenta di aprirsi e di diventare nel circuito italiano un punto di riferimento per i grandi eventi. Siamo pronti: anche il comitato nazionale dell’adunata è rimasto stupefatto della nostra organizzazione».