Il degrado delle ex Caserme alle Viote stanno crollando appello per un intervento urgente
Se tornassimo indietro di 100 anni lì troveremo ufficiali dell’esercito intenti a studiare mappe o a elaborare strategie. Oggi, invece, dentro le mura di una struttura che nonostante gli anni mantiene tutto il suo fascino, la situazione di degrado è forte e il rischio è che vada perso un patrimonio storico di immenso valore. Le foto scattate dal fotografo Marco Cantaloni parlano chiaro. E quella non è l’unico edificio in quelle condizioni. Nella zona ce ne sono altri i cui tetti sono crollati più di una decina di anni fa dopo una consistente nevicata. Altri ancora sono stati demoliti, come la grande stalla dove erano custoditi i muli. L’ex falegnameria oggi è inutilizzata e anche l’ex stazione forestale contiene solamente parte degli archivi storici. L’unico ristrutturato e funzionante è l’ex Centro di ecologia alpina che ospita ancora una ventina di richiedenti asilo.
Nel corso degli anni, di rilancio si è parlato in più occasioni. Attualmente tutte le caserme delle Viote sono di proprietà della Provincia. Anche quelle che erano del Comune di Trento sono state cedute alla Provincia nel 2013/2014 in considerazione del fatto che la sola messa in sicurezza sarebbe costata 1 milione di euro. Poi negli anni Patrimonio del Trentino Spa, che avrebbe dovuto rilanciare o vendere le strutture, aveva proposto la faraonica idea di creare un resort in quota dal costo di 36 milioni di euro. Progetto ben presto naufragato anche perché, in un luogo di pace, dove il paesaggio si mescola in un mix perfetto alla storia, snaturarne l’origine sarebbe stato un vero e proprio sacrilegio. Resta il fatto che oggi più che mai la situazione degli edifici è preoccupante.
Proprio nei giorni scorsi il Patt, con il capogruppo Alberto Pattini, ha depositato in Comune un documento per chiedere al sindaco Alessandro Andreatta di sollecitare la Provincia sul finanziamento di uno studio per la riqualificazione di uno dei luoghi simbolo della Grande Guerra. Il tutto anche in considerazione dell’alta attenzione di questi giorni sul Bondone. Non solo funivia, dunque, ma anche lavori in quota per restituire ai trentini e e ai turisti un luogo che potrebbe diventare realmente simbolo della Grande Guerra o trasformato in uno spazio per un turismo giovanile, culturale e sportivo.
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere Claudio Cia che ricorda come, nel 2015, lui stesso avesse interrogato l’allora giunta provinciale presieduta da Ugo Rossi (sempre del Patt) per evidenziare lo stato di degrado delle ex caserme, chiedendo se vi fossero progetti riguardanti il recupero di tale complesso, se potesse riferire sul livello di compromissione degli edifici, e proponendo di recuperare almeno parte delle serre a vetri, donandole ad esempio a piccole realtà che sul territorio provinciale si occupano di progetti di agricoltura biologica. «Ovviamente il centrosinistra a guida “autonomista” non è andato oltre alle poche righe di risposta di rito, e gli anni sono passati, e le strutture sono rimaste al loro destino», conclude Cia evidenziando che l’improvviso interesse del Partito autonomista nei confronti delle caserme non è credibile «ed evidenzia ancor di più la doppia personalità di un partito che con queste operazioni pare volersi rinfrescare la coscienza dopo anni di amministrazione inconcludente».
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