Niente autovelox fisso in tangenziale Il sindaco: «Troppe complicazioni Meglio i controlli con le pattuglie»
Il Comune di Trento non farà installare autovelox fissi lungo la tangenziale.
Il sindaco Alessandro Andreatta non lo dice esplicitamente ma dalle risposte fornite a un'interrogazione di Michele Brugnara, consigliere comunale del Pd, si capisce che non c'è alcuna intenzione di seguire l'esempio della vicina Pergine (nella foto il dispositivo installato sulla Valsugana).
Lì da più di un anno il traffico lungo la statale che sfiora la città è calmierato da una postazione fissa di controllo, che oltre a frenare gli automobilisti si sta rivelando anche un'ottima fonte di entrata per il Comune che incassa decine di sanzioni ogni giorno. Brugnara, prendendo spunto dall'incidente che il 20 maggio scorso ha mandato in tilt per ore non solo la tangenziale ma l'intero sistema viario cittadino per sottolineare la crescente pericolosità della circonvallazione con scontri frequenti spesso causati dalla velocità.
Da qui la richiesta di estendere il limite di 70 chilometri orari, oggi presente solo nei tratti più delicati, a tutta la tangenziale e installare misuratori fissi per il controllo della velocità, proprio come a Pergine.
Andreatta però non sembra voler sposare questa tesi. Fa presente che a bilancio non è previsto l'acquisto di apparecchiature del genere eppoi mostra tutto il suo scetticismo elencando le difficoltà burocratiche che pare si debbano affrontare per portare a termine l'"impresa". Il sindaco spiega innanzitutto che su strade urbane di scorrimento come questa spetta al Commissario del governo avviare un procedimento per segnalare l'opportunità di installare un autovelox fisso, senza la presenza di polizia che proceda alla contestazione immediata delle infrazioni. L'uso del dispositivo è consentito solo nei tratti caratterizzati da elevato livello di incidentalità e dove sia impossibile o molto difficoltoso procedere alla contestazione immediata «a causa delle condizioni strutturali, piano-altimetriche e di traffico».
Si deve inoltre ottenere il parere dell'ente proprietario della strada, che nel caso specifico è la Provincia.
«Si tratta - puntualizza Andreatta - di una complessa attività che comporta l'individuazione del luogo, la facilità di accesso al dispositivo, la verifica dei dati sull'incidentalità degli ultimi cinque anni, l'individuazione dell'apparecchio da collocare attraverso gara pubblica».
Altro paletto da rispettare è la legge che dice che le postazioni non possono essere collocate a una distanza inferiore a un chilometro dal segnale che impone il limite di velocità e questo, vista l'alternanza dei cartelli con limiti variabili tra 90 e 70 chilometri all'ora, limita ulteriormente la scelta.
Insomma, il sindaco non sembra proprio entusiasta dell'idea.
Nella risposta fa tra l'altro presente come già oggi la polizia locale effettui un'attività di controllo giornaliera lungo la tangenziale, anche con l'utilizzo di autovelox mobili.
E a questo proposito dà anche un annuncio: «In questi giorni - dice - dopo un breve corso di formazione del personale, entrerà in funzione un nuovo misuratore elettronico mobile di controllo della velocità.
Tale dispositivo, completamente automatico, consente di rilevare il superamento del limite selezionando i veicoli a seconda della corsia di percorrenza».
Chiuso il discorso sull'autovelox fisso Andreatta spegne le aspettative di Brugnara anche rispetto alla richiesta di istituire al mattino una corsia preferenziale in via Brescia per i mezzi pubblici che scendono dalla Gardesana, in modo da evitare l'intruppamento sul viadotto di Montevideo con accumulo di ritardo sulla tabella di marcia. Il sindaco fa presente infatti che circa un terzo degli automobilisti scende in città passando da via Brescia e Piedicastello e obbligare tutti a restare sul viadotto significherebbe penalizzare ulteriormente una viabilità che al mattino è già critica.
Il sindaco conclude spiegando che per studiare un piano di intervento da adottare in caso di blocco del traffico come avvenuto il 20 maggio si è deciso di istituire un tavolo tecnico, coordinato dalla Polizia locale, a cui parteciperanno Provincia, Vigili del fuoco e Azienda sanitaria.