Centrosinistra verso le elezioni con il rischio frammentazione

Alto rischio di frammentazione. Di nomi e di liste. Nelle prove tecniche di coalizione è questo, per ora, lo scenario che si delinea nel centrosinistra del capoluogo. Mentre il Pd comincia a sondare il territorio e il Patt deve decidere cosa farà da grande. Quanto ai nomi dei possibili candidati sindaco per raccogliere il testimone da Alessandro Andreatta , il rischio gossip è altissimo, non fosse però che si tratta di nomi effettivamente presi in considerazione, soppesati. Sono sette volti, più la sorpresa in area Patt.

L'"Officina" del Pd

Nella coalizione che governa la città di Trento dal 2015, comincia a muoversi anche il Pd. Il coordinamento cittadino guidato da Simonetta Dellantonio ha lanciato l'"Officina delle idee 2020", per raccogliere, quartiere per quartiere, le proposte per la "Trento che vogliamo". Primo incontro domani sera a Gardolo (sala riunioni Gabardi Mosna di via Marco Pola 6, ore 20.30) con gli interventi del sindaco Andreatta e degli assessori Mariachiara Franzoia e Italo Gilmozzi. L'obiettivo è confrontarsi sulle proposte, a partire da quanto realizzato, e questo giustifica la "convocazione" di sindaco e assessori.

La coalizione e i "disertori"

Martedì sera, chiusa la seduta del consiglio comunale, si è tenuta la riunione di "maggioranza allargata". Che alla fine si è però rivelata "ristretta", viste le assenze. Presenti Pd, Upt-Cantiere, Futura, Verdi, L'Altra Trento a sinistra (con Jacopo Zannini , subentrato in consiglio ad Antonia Romano ). Ma pure +Europa con Alexander Schuster e una delegazione di Siamo Europei di Carlo Calenda. Un tavolo però con ancora troppe sedie vuote: assenti il Movimento 5 Stelle, assente il nuovo gruppo centrista di #inMovimento. Soprattutto, assente il Patt. Che è il grande mistero. La "coalizione larga" (aperta anche a chi vestirà la casacca di Italia Viva di Renzi), però, non può attendere ad oltranza che il Patt si chiarisca al proprio interno e scelga tra Lega a destra, riconferma dell'allenza di centrosinistra autonomista o, come i big provinciali del partito preferiscono, un polo di "grande centro" che nessuno riesce a definire.

Tutti al centro?

Quanto in effetti possa pesare un polo di centro nel capoluogo, con l'Upt-Cantiere che s'è perso per strada, le ambizioni di Silvano Grisenti e Progetto Trentino e #inMovimento che è più che mai "in movimento" (il capogruppo Andrea Robol è un renziano Doc che guarda a Italia Viva, Eugenio Oliva è di Progetto Trentino, Paolo Biasioli , Massimo Ducati e Paolo Castelli devono decidere se guardare a destra o a sinistra) è un mistero.

Ugo Rossi , che non ha ancora digerito la frattura delle provinciali 2018, lo vuole presidiare con una civica da affiancare al Patt, puntando come possibile candidato sindaco su Massimo Girardi, ingegnere di 49 anni, vicepresidente dell'Ordine e vicepresidente di Interbrennero fino al maggio scorso: un volto nuovo sul "mercato" politico locale. Nel vertice di martedì, si è cominciato a delineare uno schema di programma, che poi va condiviso con il candidato sindaco. Ma si è anche discusso di come sceglierlo ( Marco Boato , per i Verdi, ha ipotizzato le primarie) e dei requisiti richiesti. Sono sette, per ora, i nomi segnalati: Marco Merler (amministratore delegato di Dolomiti Energia, già assessore con Lorenzo Dellai sindaco), che piace ad Alessandro Andreatta ; il commercialista Maurizio Postal (pure lui ex assessore); l'avvocato Andrea de Bertolini ; l'architetto-urbanista Alessandro Franceschini ; il segretario generale della Cgil del Trentino, Franco Ianeselli ; il direttore del Muse, Michele Lanzinger (proposto da Paolo Ghezzi di Futura); e, unica donna, la docente universitaria Barbara Poggio .

Chi assume l'onere di mettersi in gioco, sa fin da ora che, oltre ad esprimere rinnovamento per fermare l'onda salviniana, dovrà governare una città complessa, una macchina amministrativa di oltre 1.400 dipendenti e, soprattutto, gestire una coalizione fin qui litigiosa e frammentata. A proposito di frammentazione, è molto probabile che alle comunali del 2020 Futura e Verdi (uniti alle provinciali 2018) si presenteranno sotto simboli distinti.

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