Residenti del Bondone in campo per fermare i motociclisti «Le nostre strade come piste»
«È da anni che non si riesce a porre un freno allo sciamare di questi sciagurati». Paolo Curcu, seconda casa a Candriai, fino all’autunno 2019 guida dell’associazione Ait Candriai Monte Bondone (Associazione iniziative turistiche), sciolta nei mesi scorsi dopo trent’anni di impegno a favore della comunità, con iniziative, eventi e progetti, non si dà per vinto.
La battaglia per evitare che la salita fra Trento e la cima del Bondone sia trasformata in pista permanente per motociclisti dall’acceleratore facile dura da anni. «Purtroppo senza risultati concreti - allarga le braccia Curcu - perché gli incontri pubblici organizzati dalla Circoscrizione, le segnalazioni al servizio strade della Provincia, che è competente sulla provinciale 85, le richieste a carabinieri e polizia locale di intensificare i controlli sono cadute nel vuoto. Non appena finito il lockdown, nelle scorse settimane, la strada che attraversa il paese è tornata ad essere usata come una pista. Soprattutto il sabato e la domenica. La gara Trento-Bondone deve essere un’eccezione, una volta l’anno, con la strada chiusa. Ma per gli appassionati sembra che sia diventata una pista autorizzata tacitamente».
Curcu produce lettere e documenti datati 2013 e 2014 in cui si sollevava la questione a livello amministrativo. «Ma nel corso degli anni - prosegue - i motociclisti più indisciplinati e irrispettosi hanno continuato a sfrecciare creando inquinamento acustico insostenibile e pericolo con l’alta velocità. Purtroppo a Candriai tutte le case sono molto vicine alla strada».
La frazione bondonera di Trento conta un centinaio di abitazioni private e una quindicina tra edifici pubblici e hotel. «In questi anni non siamo riusciti ad essere incisivi. Siamo 150 residenti fissi, che salgono a 400 d’estate. La politica, evidentemente - si sfoga Curcu - non ha visto un vantaggio elettorale nell’occuparsi della questione. Noi proprietari di case a Candriai non ce l’abbiamo con i motociclisti come categoria, ma con quelli che viaggiano con marmitte che non credo proprio passerebbero i controlli e la revisione. Bisogna vigilare e essere severi, in modo che si sparga la voce che non si resta impuniti».
Oltre ai controlli, residenti e villeggianti di Candriai invocano interventi di messa in sicurezza del tratto della provinciale che attraversa la frazione: «Ci dicono che non essendo comunale, sulla strada non si possono collocare rallentatori. Allora almeno un autovelox fisso, dei marciapiedi, delle isole spartitraffico e una segnaletica orizzontale e verticale che faccia desistere i motociclisti più spregiudicati. Abbiamo calcolato che i costi degli interventi non supererebbero i 50-75.000 euro».