Picchiato brutalmente da alcuni coetanei a Villazzano: il pestaggio è finito solo per l’intervento di una passante
La donna che ha salvato il ragazzino ha raccontato tutto su Facebook: “Mi ha guardata e piangendo ha detto che ogni giorno è la stessa cosa. Osceno che una cosa del genere avvenga alle 16 davanti a 200 persone che non intervengono”
VILLAZZANO. Ragazzino picchiato all’esterno dell’Enaip da alcuni coetanei. I bulli si sono fermati solo per l’intervento di una passante che ha raccontato tutto su Facebook (Sei di Trento se...).
Ecco il suo racconto.
"Ieri, 21 maggio, verso le ore 15.50 ho assistito (e fermato) un pestaggio da parte di un gruppo di ragazzini. Lo scrivo qui, perché il ragazzino che questo gruppetto di bulli imbecilli ha preso di mira, è stato menato a sangue e se i genitori dovessero avere bisogno di testimoni, io ci sono! Stavo passando in macchina a Villazzano per andare da una cliente e sulla curva all’uscita della scuola (non conosco la zona bene e non so che scuola fosse) ho visto un gruppo di ragazzini di 16-17 anni, che sbattevano la testa sul pavimento ad un ragazzino”.
"Ho tirato il freno a mano (lasciando la macchina in mezzo alla strada, scusate, so di aver causato un disagio a chi passava di lì, ma nessuno stava intervenendo) e mi sono messa in mezzo alla rissa per fermarli. Il ragazzino a terra piangeva, testa piena di sangue, pantaloni tutti strappati. Ho fatto scappare il gruppo di bulli ( a parole perché sono assolutamente contro il risolvere la violenza con altra violenza).
Io ero in stato di panico totale perché è stato tutto velocissimo, c’era sangue, urla, avevo paura che loro reagissero e attaccassero anche me, dovevo spostare la macchina che stava intralciando il traffico provocando una colonna infinita. Insomma, non ho chiamato i carabinieri. Nel frattempo è arrivato uno dei professori della scuola che mi ha garantito ci avrebbe pensato lui. Se i genitori o conoscenti del ragazzo in questione (che spero stia bene) hanno bisogno di un testimone, io ci sono”.
”Trovo osceno che questo avvenga alle 16, davanti a 200 persone e nessuno si sia mosso per fare qualcosa. Anche io ho avuto paura, ma di fronte a una scena del genere, si deve aiutare! Il professore mi ha detto ci avrebbe pensato lui ad avvisare le forze dell’ordine. Caro ragazzo, se mai mi dovessi leggere, sappi che ho sentito il tuo dolore e spero di cuore tu possa trovare la forza di reagire. Mi hai guardata piangendo e mi hai detto: “Tutti i giorni è la stessa storia, non c’è la faccio più, voglio morire”.
"Ti abbraccio forte, chiedi aiuto, non ti vergognare, non sei tu il problema, sono loro. I bulletti che si cagano sotto di fronte a una donna che alza la voce, loro che ti attaccano in tanti, tutti contro di te. Senza palle, schifosi e ignoranti. Loro che ti picchiano e ti chiamano “ciccione” fanno schifo, tu invece, sei un eroe. Perché tutti i giorni vai a scuola, con la paura, con l’ansia, con la vergogna. Non ti vergognare mai, Tu sei un uomo, loro ripeto,fanno schifo”.