Trento / La polemica

Movida, Udu all'attacco contro la nuova ordinanza: "Logica repressiva che non risolve nulla"

L'Unione degli studenti critica il divieto di consumo e detenzione di alcolici in alcune vie del centro storico, coma Santa Maria Maddalena: "Potrete continuare a bere dappertutto, tranne che in Scaletta. Un'altra volta si colpisce una delle poche zone vive dopo cena e a trattare la vita notturna come un problema di ordine pubblico"

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CRITICO Il titolare della Scaletta contro Ianeselli

TRENTO. La nuova ordinanza del sindaco Franco Ianeselli che vieta il consumo e la detenzione di alcolici in alcune vie del centro storico rinfocola le polemiche e scatena le critiche dei giovani di Udu, l'Unione degli studenti di Trento.

Eloquente sul tenore della bocciatura della scelta comunale la scritta sulla foto che accompagna un post sulla pagina Fb di Udu: "Vietato essere giovani".

"Anche oggi - scrive Udu - il problema del Comune di Trento sono gli alcolici per strada. Ma non ovunque, potrete continuare a bere dappertutto tranne che in Scaletta.
 
Il sindaco ha appena firmato un'ordinanza che vieta il consumo e la detenzione di alcolici, anche in recipienti integri, dalle 22.30 alle 5 fino al 25 luglio nella zona della Scaletta. Si potrà consumare solo nei plateatici.
 
L'amministrazione cittadina continua a puntare il dito contro una delle poche zone di Trento vive dopo cena e a trattare la vita notturna (se così si può chiamare) come un problema di ordine pubblico.
 
Nonostante gli incontri, i mille articoli di giornale, ci troviamo ancora qua a dover ribadire che questa ordinanza, sempre con la stessa logica repressiva, non risolve nessun problema.
 
Non risolve il nostro problema di vivere in una città che non si cura della fascia d'età 15-30 anni.
 
Non risolve il problema dei residenti, che allo scadere di essa si ritroveranno con il solito affollamento di sempre.
 
Infine, l'ordinanza penalizza ingiustamente i locali di Vicolo Santa Maria Maddalena che si sono dimostrati sempre pronti al dialogo.
 
Non sappiamo come altro dirvelo: Trento non è sulla nostra stessa lunghezza d'onda e si dimostra incapace di ascoltarci.
 
E se non volete ascoltare noi cattivə studenti universitari perditempo e ubriaconi, ascoltate almeno i giovani trentini, che studiano alle superiori o che lavorano. E non hanno una città alla loro altezza".
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