Circonvallazione ferroviaria di Trento: tre ore e mezzo di dibattito, ma San Martino non si fida
Tanta gente, la Circoscrizione e il sindaco ieri sera al primo dibattito pubblico sulla grande galleria da via Brennero a Mattarello. Che per avere i 900 milioni del PNRR deve essere finita entro il 2026. Ianeselli: "Noi pensiamo al futuro, c'è chi organizza concerti di Vasco"
TRENTO. Se duecento persone (di più non potevano essere ammesse, per motivi di distanziamento) se ne stanno tre ore e mezza fino a tarda notte a discutere, vuol dire che l’argomento interessa. E come non potrebbe interessare? Al parco della Predara, ieri sera, è andato in scena il primo dibattito pubblico con il sindaco Ianeselli, dedicato al progetto della “circonvallazione ferroviaria” di Trento. Finalmente.
Finalmente, perché come molti dei partecipanti hanno detto, su quest’opera che sconvolgera la città di Trento (oppure, secondo gli ottimisti, la rivoluzionerà) finora c’è stata poca informazione e poca trasparenza. Con una prima notizia: essendo stata inserita e finanziata con 930 milioni nel PNRR (Piano nazionale di rinascita e resilienza), la grande galleria a doppia canna da via Brennero a Mattarello sotto la Marzola dovrà essere completata entro il 2026. E qui, lo scetticismo fa alzare più di un sopracciglio. Come ha ricordato un cittadino intervenuto a Ianeselli: «Sindaco, è più di un anno che il cantiere del parcheggio di piazza Centa è fermo e abbandonato, come pensate di fare 12 chilometri di gallerie in poco più di 4 anni?»
Fuori dal parco, per garantire l’ordine pubblico, un discreto schieramento di Polizia e Carabinieri: evidentemente si temevano azioni di contestazione. Ma a parte un innocuo striscione e qualche fazzoletto al collo con la scritta No Tav, tutto si è svolto in un costruttivo clima di confronto civile.
La serata era organizzata dal Comitato di San Martino, con l’appoggio della Circioscrizione. Nel mirino la circonvallazione ferroviaria dall'ex scalo Filzi in zona via Brennero all'Acquaviva (a sud di Mattarello) con stazione interrata ipogea. La galleria da 12,5 km sotto Povo e Villazzano non convince il presidente della Circoscrizione Centro Storico Piedicastello, Claudio Geat che ha illustrato la recente delibera approvata dal consesso. Innanzitutto perché non partirà da Trento nord ma da un luogo indefinito collocato fra la rotatoria Nassirja e via Brennero («non possiamo dirvi il punto esatto perché il progetto di RFI non c’è ancora» ha replicato l’assessore Facchin), e quando sarà ultimata la galleria del Brennero, anche qui passeranno treni da 16.000 tonnellate e 750 metri di lunghezza, cioé centinaia di vagoni.
C'è preoccupazione per le vibrazioni sottoroccia, a una profondità limitata sotto le case (15-20 metri). Anche il cantiere suscita qualche perplessità: i tempi stretti fan sì che la galleria venga realizzata a doppia canna contemporaneamente nelle due direzioni, aumentando i disagi. «Servono risposte chiare e esaurienti, anche sugli espropri e gli indennizzi» ha detto Geat. «Dove si realizzeranno i conci per la galleria? Dove verrà depositato il materiale di scavo? Come verrà movimentato?» ha aggiunto Geat, che ha insistito anche sul raddoppio della linea dallo scalo Filzi all'Interporto, sui dubbi sulla presenza di fondi per interrare il tratto urbano dell'attuale ferrovia storica, sulla mitigazione dei disagi del cantiere, sui problemi della circonvallazione ferroviaria di Rovereto sotto il Monte Zugna, che quasi quasi fa ritenere che forse era preferibile il tracciato in destra Adige (da Ischia Podetti a Morì).
L'assessore Facchin e il sindaco Ianeselli hanno escluso ripensamenti su questo fronte. Facchin ha cercato di rassicurare il pubblico di San Martino: con la galleria che comincerà più o meno dove oggi c'è l'Aci in via Brennero, ci sarà una rigenerazione urbana condivisa e partecipata. Il sindaco Ianeselli ha detto che è positivo quando si liberano spazi nella città per una riqualificazione. E che a Rfi il Comune di Trento può chiedere eventualmente l'interramento del tratto di 2,5 km del nuovo tracciato fuori galleria dallo scalo Filzi all'Interporto. «Non ci saranno troppi disagi in via Brennero». E il Comune sarà garante degli interessi dei cittadini.
Incalzato dal pubblico Facchin ha poi dovuto svelare che «il milione e mezzo di metri cubi di materiale di scavo verrà portato nell’area della ex Sloi con nastri trasportatori, e da lì con i camion in tangenziale». Centinaia e centinaia di camion, notte e giorno, in tangenziale. Per andare dove? «Noi abbiamo un’idea – ha detto Ianeselli – ma non ve la diciamo, perché prima dobbiamo attendere la proposta delle Ferrovia. Sarebbe scorretto dirvi adesso una cosa che non sappiamo se si realizzerà». Dal pubblico, ironia e amarezza: già la tangenziale di Trento è bloccata ogni giorno nelle condizioni attuali, figuriamoci con centinaia di camion da cantiere.
Una cosa è certa: quest’opera si farà. questa volta ci sono i soldi e quel protocollo di intesa del 2018, che sembrava parlare di un libro dei sogni, oggi con il PNRR diventa vero.
Per tutta la serata il dibattito è andato avanti - scusate la battuta .- su tre binari: la circonvallazione ferroviaria, il successivo interramento della ferrovia nel tratto di Trento («ad oggi non c’è un euro per questo»), e il «metaprogetto» di Ianeselli per come cambiare l’aspetto di Trento nel futuro (tram e raddoppio della Trento-Malé compreso). Ma alla gente di San Martino interessava soprattutto una cosa: sapere cosa succederà quando a 15 metri sotto le loro case scavera una enorme «talpa». Come ha detto un applauditissimo Stefano Broccardo: «Sono sicuro che la mia casa non avrà danni? Sono sicuro che la mia casa per scavare non la butterete giù? Sono sicuro che quando la ferrovia entrerà in funzione non mi vibrera il salotto ogni volta che passa un treno? E quando verrà fatta, so di sicuro che mi affaccero alle finestre di casa e sotto il poggiolo, in via Brennero, avrò una ferrovia con centinaia di convogli da 16 mila tonnellate che mi passeranno sotto».
Risposte? Metaprogetti, visioni, cambiamenti urbanistici dal 2026 in poi. «Mi tremano i polsi a pensarci, i disagi ci saranno, non lo nascondiamo» ha ammesso il sindaco Ianeselli. «Ma nessuna città rinuncerebbe ad una occasione così. Se lo facessimo, verremmo tagliati fuori dal corridoio scandinavo-mediterraneo, vorrebbe dire perdere i turisti che potrebbero fermarsi qui, arrivando in treno con la bici, e magari andare in Bondone con il grande impianto». Peccato che, un’ora prima, gli ingegneri chiamati a parlare del progetto hanno ribadito che la nuova circonvallazione servirà solo per i treni merci. E che – comunque vada – se questo è vero, i treni passeggeri continueranno a passare da Trento città, con la Tav o senza la Tav. O meglio; con la CfdT (Circonvallazione ferroviaria di Trento) o senza CfdT.
Infine, una nota di colore: più volte Ianeselli ha parlato con sguardo ispirato di cambiamenti epocali per la città di Trento ed il Trentino, ma non ha mai citato la Provincia: "Noi lavoriamo al futuro, qualcuno invece preferisce organizzare concerti di Vasco". Ma non ha fatto i conti con il boomerang, quando poco dopo due cittadini gli hanno risposto, en passant, "abbiamo capito che lei al concerto di Vasco non ci andrà. Beh. io invece sì".