Trento / Il caso

"Ho messo io gli avvisi sulla presenza dei cani pastore a Villamontagna, ma per rassicurare i passanti: vi racconto la storia dei nostri maremmani"

Lorenzo Redi, titolare del'lazienda agricola nell'area delle cave di pila spiega perché non c'è da preocuparsi per quei cartelli: "Servono solo a dare consigli a chi frequente queste stradine. I cani sono necessari per proteggere gli animali dalla minaccia dei predatori"

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IL CASO
"Attenzione ai cani a difesa delle greggi": avvisi anche a Villamontagna
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di Zenone Sovilla

TRENTO. "Sono stato io ad affiggere quei cartelli che avvisano i passanti della possibile presenza di cani pastori quassù, nell'area delle cave di pila a Villamontagna".

Lorenzo Redi, titolare di un’azienda agricola in loco, svela i retroscena della comparsa degli avvisi gialli siglati Provincia autonoma di Trento, che mettono in guardia e suggeriscono come comportarsi per evitare di irretire i cani impiegati a protezione delle greggi.

Avvisi, affissi col permesso del servizio provinciale foreste e fauna, che avevano allarmato alcune persone in transito nella zona, lungo i percorsi escursionistici dell’Ecomuseo dell’Argentario.

“Nessun motivo di allarme - rassicura Redi – e va sottolineato che lo scopo degli avvisi è, al contrario, fornire uno strumento per rassicurare chi frequenta le zone in cui sono presenti animali da allevamento protetti dai cani, data la minaccia dei predatori, come lupi e orsi”.

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Gli scatti spettacolari all'azienda agricola di Lorenzo Redi, nell'area delle cave di pila, dove uno dei discendenti della storica famiglia trentina di marmisti ha avviato un'attività di allevamento

Nel caso dell’area in questione, sono presenti capre e pecore allevate dallo stesso Redi, ma si tratta anche di un corridoio utilizzato per il passaggio di greggi durante la transumanza da e per la Valsugana.

"Attenzione. Cani da protezione al lavoro. Stai lontano dal bestiame al pascolo. Tieni il tuo cane al guinzaglio. In caso di atteggiamento aggressivo dei cani da protezione, non correre, ma allontanati lentamente; se sei in bicicletta scendi dal mezzo e allontanati lentamente", recitano i cartelli affissi lungo le mulattiere sul pianoro delle cave.

“Nel nostro caso, peraltro, posso assicurare che ogni qualvolta facciamo uscire le nostre capre e pecore dai recinti, per spostarci verso i prati della zona, siamo sempre presenti anche io o mio figlio Francesco: le greggi non sono mai lasciate alla sola custodia dei nostri tre maremmani abruzzesi. E se capita che arrivi qualche persona che manifesta preoccupazione per la presenza dei cani, siamo sempre solerti nel controllarti per mettere a proprio agio i passanti”.

Redi spiega, poi, che si tratta dei cani pastore consigliati dalla stessa Provincia autonoma, una razza la cui propensione caratteriale è particolarmente adatta al lavoro da guardiania: agli allevatori viene offerto anche un contributo del 90% sul prezzo di acquisto (che mediamente è di circa 700 euro più Iva). L’ente pubblico fornisce, inoltre, la consulenza di un educatore per affinare il comportamento dei cani.

“Devo dire – prosegue Redi – che la gente che vive qui nei dintorni conosce la mia azienda e i nostri cani e c’è anche chi li accarezza senza timore attraverso la rete dello steccato, anche se io lo sconsiglio vivamente.

Qui davanti passano pure bambini e ragazzi che noi facciamo entrare per far conoscere la realtà dell’allevamento e, in alcune occasioni, giocare con gli stessi cani .

I nostri maremmani non rappresentano certo un problema.

Inoltre, va detto che i proprietari dei prati incolti qui in zona, ricevono un servizio dalla presenza delle nostre pecore, che ripuliscono le aree che frequentano”.

Redi appartiene alla storica famiglia di marmisti trentini e spiega che, anche grazie anche alla disponibilità dei cugini che hanno concesso l’uso dei terreni, da una dozzina d’anni ha avviato nell’area delle cave l’azienda agricola, nella quale ora alleva a sua volta i cani pastore di razza maremmano abruzzese.

“Si tratta di cani selezionati per lo spiccato senso di protezione verso il gregge, ma per sviluppare correttamente questa attitudine è fondamentale che nascano in stalla e crescano insieme agli altri animali, in modo da individuare il gregge come la propria famiglia.

Non è un caso che la Provincia suggerisca agli allevatori di utilizzare questa razza.

E questo modello trentino sta richiamando anche l’attenzione di altre realtà: recentemente, per esempio, si è svolto un incontro con i rappresentanti del servizio forestale in cui erano presenti anche rappresentanti dell’Alto Adige, interessati a conoscere meglio questo sistema. Quest’ultimo comprende anche gli avvisi ai passanti, proprio per favorire al massimo la sicurezza di tutti”, conclude l'allevatore di Villamontagna.

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