Covid / La storia

Il no vax che fa lo sciopero della fame contro vaccini e green pass: «Andrò avanti fino alla morte, se Draghi non se ne va»

In via San Marco a Trento ha chiuso il suo negozio di canapa e CBD per protesta, ed ha tappezzato la facciata della casa di cartelloni: dalle teorie complottiste a Big Pharma, storia del «pasionario» Giorgio Bussi

di Gigi Zoppello

TRENTO. Impossibile non vederlo: in via San Marco, proprio di fronte al Castello del Buonconsiglio, Giorgio Bussi ha tappezzato la facciata del suo negozio di cartelloni di protesta: è in sciopero, il punto vendita di canapa è chiuso ed il 30 ottobre inizierà lo sciopero della fame «se Draghi non se ne andrà: sono disposto a morire».

Se volete capire come la pensa un no vax, basta ascoltarlo, perché Bussi è il concentrato di no vax fatto persona. Fra articoli che ha letto «sui siti americani» e incredibili idee di complotto mondiale, lui va avanti con la sua protesta e intende portarla fino alle estreme conseguenze.

Prima di tutto è convinto che «il 15 ottobre hanno ucciso la Costituzione» introducendo un obbligo di green pass che «è come la tessera fascista del 1938». Sui cartelloni scrive cose da denuncia penale: che la Lamorgese è una criminale, che c’è un complotto, che i capi sono Mattarella e Draghi. Insomma, tutto il repertorio che abbiamo già sentito nelle manifestazioni.

Il no vax in sciopero della fame a oltranza

Giorgio Bussi in via San Marco a Trento protesta contro i vaccini: ha chiuso il suo negozio e vuole fare lo sciopero della fame "finché Draghi non se ne va"

Ovviamente Bussi è solidale con i portuali di Trieste che, dice, sono stati pestati «mentre recitavano il Rosario». Ed è anche convinto che i «provocatori che vogliono rovinare la protesta, come accaduto nel G20, sono pagati da Soros». Quando gli facciamo notare che sarebbe improbabile che un miliardario americano finanzi i fascisti di Forza Nuova o i black block, lui si dice convintissimo. Perché «è tutto un complotto sionista, tramite Big Pharma e i politici, per usarci come cavie».

Ad esempio Bussi è fermamente convinto che i vaccini siano «sostanze sperimentali». All’obiezione che non sono più sperimentali, ma approvati dall’Ema, Agenzia europea del farmaco, ribatte che non è vero: «Pfizer li ha testati sull’uomo e adesso è passata a sperimentarli sui topi». Cioè: prima sulle persone e dopo sugli animali: «Sì, informati».

Non solo: il Covid non è una malattia grave e i morti di Covi sono stati «gonfiati» ad arte, sostiene. «E’ una influenza normale». E quindi le migliaia di persone in rianimazione fanno parte di una non meglio definita «sperimentazione».

Da dove Bussi prenda queste informazioni, è presto detto: «Ho studiato». Ammette di non essere un medico, e neanche un virologo, e nemmeno un chimico. Ma cita oscuri siti internet (che potremmo definire complottisti, in breve), come quelli della galassia dell’ultradestra americana QAnon. Insomma: l’università di Facebook.

Sarebbe sbagliato liquidarlo come un esaltato: davanti ai suoi cartelloni, dove siede su una poltroncina per tutto il giorno, Bussi riceve tanta solidarietà: c’è chi lo incoraggia, e chi addirittura gli dà una offerta in denaro «per tenere duro».

Il problema è proprio questo: se chiude il suo negozio per sciopero, come vive? «Io sono disposto ad andare avanti – ci dice – perché preferisco morire con dignità che vivere da schiavo».

E quindi la sua attività è chiusa: «Vendo canapa e derivati, CBD, essenze e vestiti di canapa. Nel mio negozio ha sede l’Associazione per la cannabis terapeutica. Io stesso mi curo con la cannabis, ho cinque patologie gravi e con la cannabis ho dei miglioramenti». Su questo fronte, Bussi non è nuovo alla protesta: mesi fa ha denunciato la senatrice di Forza Italia Gardini per aver detto che la cannabis è dannosa alla salute. 

Ma ora il livello dello scontro si è alzato: nel mirino il complotto mondiale, i vaccini, le grandi potenze oscure che nella mente di Bussi governano il mondo a nostra insaputa. 

 

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