Violenze e autolesionismo nel carcere di Spini, l'appello della garante: un'emergenza che richiede altro personale e più assistenza sanitaria
Antonia Menghini spiega che l'emergenza covid ha aggravato i problemi nel penitenziario: "Necessario aumentare gli organici, garantire la presenza continuativa di medici e creare un centro per affrontare il disagio psichico"
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TRENTO. "Nella Casa circondariale di Spini di Gardolo la cosa più urgente è tornare alla normalità, perché la pandemia ha reso estremamente difficile la situazione comprimendo ancor più le già limitate libertà delle persone detenute e aggravando i problemi interni".
Così, la garante dei diritti dei detenuti, Antonia Menghini, in occasione della presentazione della sua relazione annuale.
Menghini - a quanto riporta una nota - ha sollecitato le istituzioni a incontrarsi affinché si impegnino a gestire questa fase di emergenza straordinaria all'interno del carcere, dove si sono recentemente verificati anche episodi di violenza e autolesionismo riconducibili al crescente disagio psichico dei detenuti.
Le azioni ritenute prioritari dalla garante riguardano l'incremento del personale, sia degli educatori, sia degli agenti di polizia penitenziaria, il ripristino dell'assistenza sanitaria nell'arco delle 24 ore, la creazione di un centro diurno per fronteggiare il disagio psichico e gli investimenti in formazione e lavoro.
L'assessore alla salute, Stefania Segnana, ha assicurato il proprio impegno e ha ricordato come la Giunta provinciale abbia aumentato la retribuzione oraria dei medici del carcere allo scopo di rendere più appetibile la scelta.