Ferrovia / Grandi opere

Trivella a Mattarello, protesta no tav: al buio ma rumorosa

Dal centro del paese i manifestanti si sono avvicinati all'area in cui si trova la trivella passando lungo un tratto della statale che non è illuminato

ASSEMBLEA Il fronte del no spiega l'opposizione: un'opera impattante, costosa e inutile
TRIVELLE Mattarello, il presidente della circoscrizione: «È iniziata l’agonia»
CONTADINI Campi espropriati o "occupati", Mattarello perde l'agricoltura

 

MATTARELLO. Gli organizzatori della protesta No Tav di ieri avevano chiesto ai partecipanti di portare tamburi e pentole, per far "sentire" le loro ragioni.

E, in effetti, non sono mancati tric-trac e bidoni, degni della più classica "strozegada" di Santa Lucia, oltre a qualche petardo.

Peccato si siano dimenticati di consigliare frontalini e torce: la camminata di protesta dal centro di Mattarello alle trivelle poste nella zona sud, alle porte di Acquaviva, si è svolta al buio, per metà lungo la statale, in un tratto in cui mancano marciapiede ed illuminazione.

Un pericolo per i partecipanti, una cinquantina, fra i quali anche pensionati e bambini.

Partenza alle 17.30, come previsto, con precisione asburgica.

Dalla chiesa il piccolo corteo si è snodato in via Catoni fino alla statale 12, spostandosi poi sul lato destro della strada in direzione sud, fino alla località Grezzi.

Una camminata di una mezz'ora. Qui, attraverso la campagna, i manifestanti si sono spinti fino al punto più vicino al cantiere che sta mappando il terreno.

L'intento era chiaro, come scritto nel messaggio di invito alla manifestazione: «Ci porteremo il più possibile in prossimità della trivella, che opera alla propaggine sud di Mattarello, dopo gli ultimi capannoni, circondata da un piccolo fortino di jersey e reti».

Ma il gruppo non ha trovato la barriera delle forze dell'ordine, chiamate a sorvegliare i lavori per evitare possibili attacchi eversivi: si è dovuto fermare molto prima, di fronte alla massicciata della linea ferroviaria del Brennero. Alcuni manifestanti si sono portati a ridosso dei binari, sui quali sono stati fatti scoppiare alcuni petardi, ma senza andare oltre visto anche il frequente passaggio dei treni, a quell'ora. La polizia c'era, ma era ferma, schierata al di là della ferrovia.

Le voci di protesta si sono alzate, scandendo con il battere di pentole e tamburi i cori a difesa dell'ambiente, della montagna che non va violata, contro la Tav e qualsiasi altro mega progetto alternativo che infierisce sulla natura e, nel caso di Mattarello, porterebbe al sacrificio di campi e coltivazioni.

Una protesta che è riuscita a metà, per colpa del buio: senza una adeguata illuminazione risultava difficile leggere i cartelli contro il progetto del mega tunnel da 12 chilometri che dal quartiere di San Martino dovrebbe sbucare in località Grezzi. In quelle condizioni, mancando la sicurezza, è stato anche impensabile bloccare la statale 12.

Dopo un'ora abbondante di cori e di "rumori" il gruppo ha fatto rientro in paese.

Le trivelle, impegnate in sondaggi fino a quaranta metri di profondità, hanno terminato nei giorni scorsi il lavoro in San Martino (allo scalo Filzi e poi a nord all'altezza della rotatoria dei caduti di Nassirya) e tra poco concluderanno anche il campionamento a sud di Mattarello. Il tempo stringe sia per Rfi, che ha in mano il progetto di fattibilità, sia per chi dice a gran voce no all'opera.

comments powered by Disqus