Funivia Trento-Bondone, ecco i tre progetti in campo: funivia, telecabina o funifor, il costo sempre sopra i 31 milioni di euro
La novità è rappresentata dalla partenza: non più all’Italcementi, ma verso la Motorizzazione. Ma poi va deciso come collegare Sardagna, con il problema dei 7 elettrodotti Terna da attraversare
TRENTO. Ecco le tre ipotesi da comparare per il collegamento via fune tra la città e la sua montagna. Sono le tre soluzioni progettuali di massima che saranno illustrate da Trentino Sviluppo nel consiglio comunale straordinario convocato a breve, su istanza di Alberto Pedrotti e altri consiglieri. Va però subito chiarito che le tre soluzioni tecnologiche per la Trento-Bondone su fune - tre soluzioni diverse per impatto, costi e funzionalità (una si rivolge esclusivamente all'utenza turistica) - sono il frutto di un lavoro a tre: di Comune, Provincia e di Trentino Sviluppo spa (holding di partecipazioni e braccio operativo della stessa Provincia).
Va inoltre ricordato che del "grande impianto", di cui si parla da una vita senza mettere a terra, anzi per aria, nulla di concreto, Trentino Sviluppo si è già occupata con un prima ipotesi progettuale, datata 2017.
Considerava, quel primo lavoro, sia la soluzione tecnologica per superare i 1.450 metri di dislivello tra il fondovalle e Vason, sia l'impatto turistico e di accesso (alternativo alla strada tortuosa), sia i costi di realizzazione e gestione dell'impianto a fune lungo 5.880 metri.
Qualcosa si è mosso da allora, con la novità della previsione urbanistica (Piano guida e variante al Prg per la Destra Adige) della stazione di partenza in zona ex Italcementi. oltre il fiume. Quella è la scelta, anche se dal punto di vista tecnico restano intatti i punti di forza già individuati di piazzale Sanseverino, in Sinistra Adige: posizione centrale, accessibilità ottimale, migliore realizzabilità tecnica per il primo tratto (minore pendenza) fino a Sardagna, parcheggio interrato da 250 posti, complementare a quello in Destra Adige da 1.500-2.000 posti auto.
Le tre nuove soluzioni contemplano quindi la possibilità di partire dalla Destra Adige. Con però una novità, rispetto alla previsione del Prg: la stazione di partenza sarebbe non all'altezza dell'ex Italcementi, in asse con le due storiche ciminiere. Sarebbe invece traslata verso sud, dove c'è l'edificio della Motorizzazione.
La ragione è chiara: evitare il sorvolo dell'abitato di Sardagna.
C'è una soluzione che, per impatto finanziario e funzionalità, appare destinata a rimanere su carta: la previsione di un impianto 3S (a tre funi) per il collegamento diretto in telecabina Trento-Vason. Ottimo per resistenza al vento, ma notevoli impatti dei volumi delle stazioni e dell'altezza dei sostegni e necessità di sorvolare edifici di Sardagna e Vaneze: ci sono sette elettrodotti di Terna che dovrebbero essere interrati. Costi di realizzo elevati: 60 milioni di euro.
E pure costi più alti di gestione: 2,4 milioni all’anno, ipotizzando 240 giorni di apertura turistica. E con un portata di 3.500 persone/ora, eccessiva.
Soprattutto, con il collegamento diretto Trento-Vason dovrebbe essere mantenuta in vita l'attuale funivia di Sardagna, a fine vita tecnica nel 2024 (e sostituirla costerebbe 7-8 milioni).
Restano quindi in campo le altre due soluzioni: una telecabina e un impianto funifor (fino a Sardagna) con telecabina per il tratto a monte. Entrambe le soluzioni servirebbero Sardagna. Soprattutto per la cabinovia, la stazione dovrebbe essere il più possibile collocata a sud del paese (per ragioni di pendenza e scorrimento). Con la telecabina tutti i sette elettrodotti di Terna vanno alzati. Per l'impianto funifor-telecabina, un elettrodotto dovrebbe essere interrato.
In entrambi i casi i sostegni sarebbero a ridosso della cava di Sardagna e la possibile apertura dell'impianto per 360 giorni all'anno.
I volumi delle stazioni, l'altezza dei sostegni e gli ingombri sarebbero molto più impattanti con l'impianto funifor-telecabina che, però, garantirebbe un'ottima resistenza al vento nel primo tronco Trento-Sardagna.
Con il terzo tronco della telecabina si potrebbe ripensare la pista 3Tre ed in prospettiva eliminare la seggiovia biposto attuale. Idem con il secondo tronco della funifor-telecabina. La portata oraria della telecabina (da 10 posti) sarebbe di 1.500 persone, della funifor-telecabina di 800 fino a Sardagna e di 1.500 nel tratto a monte.
Entrambi gli impianti, con partenza dalla Motorizzazione, hanno valenza urbana e turistica. La telecabina costerebbe 31 milioni, con costi annui di gestione di 1,5 milioni (240 giorni di apertura) o di 1,9 milioni (360 giorni).
L'impianto funifor-telecabina costerebbe 35 milioni (14 per il primo tronco funivor, più 21 per la telecabina, con un costo annuo di gestione di 1,8 milioni (per 360 giorni di apertura fino a Sardagna e 240 a monte).
L'intendimento, noto, è di coinvolgere capitali privati nella realizzazione. L'attrattività di investitori (in primis i due più grossi costruttori di funivie) è considerata buona per entrambe le soluzioni.