Circonvallazione ferroviaria, la Rete dei Cittadini non molla e raccoglie migliaia di firme: "Ma diciamo no alle manifestazioni"
La loro richiesta di spostare il tunnel in Destra Adige è stata liquidata dalle Ferrovie. Ma con 4 mila firme, il comitato rilancia e presenterà l’aggiornamento in Conferenza dei Servizi
TRENTO. Sarà anche finito il «dibattito pubblico», ma loro non hanno intenzione di fermarsi. Sempre restando nell'alveo dell'iter procedurale previsto. Risultato: la Rete dei cittadini, il gruppo che sul tema del bypass ferroviario ha coagulato l'impegno di privati cittadini e comitati di quartiere, punta a presentare un nuovo progetto alla conferenza dei servizi. E intanto resta attiva la raccolta firme avviata dopo le vacanze di Natale. Al momento hanno superato quota quattromila.
A spiegare il perché non è finito il loro impegno con la chiusura del dibattito pubblico è il portavoce Paolo Zadra. «Prima di tutto ci sarebbe qualche cosa da dire sul dibattito pubblico».Diciamola.«È stato detto che si è trattato di un dibattito ricco. In parte è vero. Ma mi domando cosa sarebbe stato, se noi non avessimo iniziato a mitragliare dal primo settembre, con iniziative, incontri, conferenze informative. Perché ci stiamo rendendo conto che tanti cittadini non sono ancora informati».
Ma se n'è parlato davvero tanto.«Sì, ma non tutti lo sanno. Lo vediamo quando andiamo a raccogliere firme. Appena capiscono il problema, c'è un aumento di persone che vogliono firmare, si fa la coda. Ma tanti non sanno ancora cosa accadrà».
Al di là della partecipazione, il dibattito pubblico è servito? «Per quel che abbiamo visto noi, Rfi ha fatto uno sforzo titanico nello spiegare ai cittadini come verrà realizzata un'opera molto complessa. Ma per quanto riguarda le criticità e le relative proposte di soluzione, mi sembra che non siamo andati oltre i pannicelli caldi. Le aree ex Sloi e Carbochimica restano in un limbo, con un approccio da "Io speriamo che me la cavo", l'interramento verso nord si risolve con una copertura di 200 metri, si immagina di realizzare delle colline, creando così ulteriori montagne che faranno da ostacolo, a sud non si è risolto alcun problema, si è solo spostato il cantiere su aree che ci lasciano perplessi».
E adesso? Il dibattito pubblico è concluso, Rfi ha già chiarito di ritenere le criticità del progetto in destra Adige insuperabili. Come vi muoverete? «Non ci fermeremo e proseguiremo però nell'ambito dell'iter previsto. Quindi presenteremo un nuovo progetto in destra Adige, da sottoporre alla conferenza dei servizi. In quella sede noi potremo partecipare, ma non votare naturalmente. Quindi avremo la possibilità di presentare un nostro progetto. È vero che Rfi ha sollevato delle criticità rispetto al tracciato da noi proposto in destra Adige, ma innanzi tutto la loro analisi era su un'ipotesi progettuale vecchia, e poi noi lavoreremo su quelle criticità, per trovare delle soluzioni, che sottoporremo alla conferenza dei servizi. Assieme alle firme, che per allora saranno molte di più di adesso. Mano a mano che sanno dell'iniziativa, i cittadini si fanno avanti da soli per aderire».
Voi avete già modificato il vostro progetto. «Rfi ha analizzato un'ipotesi che avevamo avanzato, in cui la connessione a nord era possibile dopo un viadotto. Ora ragioniamo di un sottopasso. Ma il punto è un altro. Noi lavoreremo per superare le criticità e dimostreremo che è possibile. Ma in realtà quello che chiediamo a Rfi è diverso. Sappiamo di non poter presentare un progetto esente da criticità. A Rfi chiediamo di lavorare per risolverle».
La contrarietà al progetto ha due strade, adesso: l'iter che va avanti o la protesta di piazza. «La protesta non ci appartiene. Noi – spiega Zadra – andiamo avanti con il nostro tentativo di incidere sull'iter dell'opera, perché le domande che propone la nostra petizione rimangono ancora efficaci: si chiede di approfondire il progetto e che gli enti preposti si attivino per fare queste verifiche. Per noi le manifestazioni efficaci sono quelle che hanno concretezza e sviluppi progettuali. Nel rispetto delle posizioni di tutti, noi ci muoviamo in questo modo».