Salute / Il caso

Non piove, l'aria a Trento è scadente, siamo nella top 10 delle peggiori città in Italia e in questi giorni la situazione è peggiorata

L’allarme di Legambiente: nel rapporto “Mal’Aria 2022” al sesto posto fra i capoluoghi più inquinati, biossido d’azoto e polveri sottili sono in mix letale, «servono soluzioni per la mobilità alternativa»

TRENTO. A Trento le concentrazioni medie annuale degli inquinanti superano del 29% per le PM10, del 64% per le PM 2,5 e per il 70% per l'NO2 i limiti di concentrazione suggeriti dall'Oms.

«In particolare - scrive Legambiente nel suo rapporto "Mal'Aria di Città 2022" - per quanto riguarda gli ossidi di azoto, Trento ha il dubbio onore di avere il sesto posto fra i capoluoghi di provincia italiani, superato solo da Milano, Torino, Palermo, Bergamo e Como.

Se poi passiamo alla situazione di questi giorni, vediamo che nei rapporti dell'Appa sia di dicembre che di gennaio la qualità dell'aria viene dedicata scadente».

L'associazione si augura «che il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) attualmente in preparazione per Trento riprenda questi obiettivi generali e li traduca in pratiche concrete in città: completare e rendere continua e comoda la rete di piste ciclabili, pensando anche ai collegamenti con la collina; estendere le sperimentazioni di strade scolastiche e di "pedibus" migliorare l'efficienza e l'accessibilità del trasporto pubblico, con tratti di corsie preferenziali e anche progettando una rete tranviaria, a partire da quella realizzabile sul Corso Nord (Via Brennero, Via Bolzano); ridurre a 30 km/h il limite di velocità su quasi tutte le strade cittadine, realizzando anche accorgimenti opportuni (chicane, dossi) per far rispettare il limite; in questo modo si potrebbero far convivere sulle strade automobili con bicicletta ed altri mezzi di micromobilità, aumentando gli spazi a disposizione dei pedoni».

GENNAIO UN MESE PESSIMO

La settimana scorsa, per ben tre giorni in quattro delle otto principali stazioni di rilevamento dell'Appa (l'agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente) sono state rilevate quantità di Pm10 oltre la soglia d'allarme, facendo registrare il livello "scadente", il quarto in ordine di gravità su cinque (buono, discreto, moderato, scadente, pessimo).

Il report del mese di gennaio è disastroso. Il mese di gennaio 2022 è stato caratterizzato da concentrazioni degli inquinanti polveri sottili PM10 e biossido di azoto NO2 tipiche dei mesi invernali, con condizioni meteorologiche favorevoli al ristagno degli inquinanti, alternate ad episodi di vento che hanno invece favorito la dispersione delle sostanze accumulate in precedenza.

Gennaio 2022 - scrive il report di Meteotrentino - è stato caratterizzato da concentrazioni degli inquinanti polveri sottili PM10 e biossido di azoto NO2 tipiche dei mesi invernali, con condizioni meteorologiche favorevoli al ristagno degli inquinanti, alternate ad episodi di vento che hanno invece favorito la dispersione delle sostanze accumulate in precedenza.

Nel dettaglio le concentrazioni medie mensili di biossido di azoto NO2 misurate in gennaio sono sostanzialmente in linea con quanto rilevato nello stesso mese dello scorso anno. Le concentrazioni medie orarie sono risultate sempre inferiori al limite di 200 µg/m3.

Le concentrazioni di polveri sottili PM10, viste anche le condizioni metereologiche favorevoli al ristagno degli inquinanti, sono aumentate nel corso dell’ultima settimana del mese di gennaio ed hanno raggiunto in tutte le stazioni poste all’interno dei centri abitati valori prossimi al limite previsto per la media giornaliera (50 µg/m3).

Sono stati registrati alcuni superamenti: in tutti i casi il valore massimo raggiunto è stato di poco superiore al limite previsto ed il numero di sforamenti è risultato in linea con quanto osservato negli anni precedenti durante il mese di gennaio.

Ben più di un campanello d'allarme quello rappresentato dai valori registrati a Trento (in via Bolzano ma anche al parco Santa Chiara), Riva del Garda e Borgo Valsugana, dove la qualità dell'aria è stata compromessa dai valori di Pm10 ma è apparsa scadente anche in generale, con valori poco incoraggianti anche di biossido di azoto.

Come detto, solo il vento - in mancanza di precipitazioni - ha potuto "metterci una pezza", dando nel vero senso della parola una ripulita all'aria dei principali centri della provincia e - soprattutto - dei fondovalle, dove si accumulano - anche visibilmente, in queste giornate serene - gli inquinanti emessi da mezzi a motore e impianti di riscaldamento.

Il vento è però durato 24 ore ed è già cessato. Resta il drmma dell'assenza di precipitazioni che permane da praticamente un mese, nel report pubblicato ieri il meteorologo di Meteotrentino Andrea Piazza ha sottolineato come la situazione sia aggravata da quanto era avvenuto anche in dicembre: «Dopo un novembre con precipitazioni un po' sopra la media, in dicembre le precipitazioni sono state del tutto assenti fatta eccezione per la nevicata dell'8 che ha anche interessato la città di Trento.

Gennaio è risultato particolarmente secco anche se, va ricordato, moderate precipitazioni si sono verificate il giorno 5. Va quindi evidenziato che negli ultimi 2 mesi si sono registrati solo 2 giorni con precipitazioni (superiori a 1 mm) e la cumulata degli ultimi 2 mesi è decisamente inferiore alla media. I mesi invernali sono climaticamente i più asciutti dell'anno e la siccità invernale è molto frequente: al momento non sussistono problematicità di tipo agricolo ma la situazione va comunque monitorata poiché se anche febbraio e soprattutto a marzo dovessero presentare importanti deficit di precipitazione potrebbero esserci dei rischi al risveglio vegetativo.

Nella foto: l’accumulo di polveri ed inquinanti sulla città di Trento, visto dalla cima del monta Calisio, domenica 30 gennaio 2022

 

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