Opere / Il caso

Circonvallazione ferroviaria di Trento, tegola sul progetto Italferr: la Commissione del Pnrr chiede lumi sulle aree inquinate e sui rumori

Stavolta viene da Roma la richiesta di maggiori informazioni: preoccupa il piombo nell’area Sloi, si rileva che «non esiste una analisi del rischio», e timori anche per la roccia sopra via Malvasia, «a rischio di crollo»

di Franco Gottardi

TRENTO. Come non bastassero le numerose e pesanti richieste di Provincia e Comune e le tante osservazioni critiche sugli impatti ambientali della circonvallazione ferroviaria, a Rete Ferroviaria Italiana sono arrivate nei giorni scorsi anche le richieste di integrazione al progetto da parte della stessa Commissione tecnica Pnrr-Pniec.

La lettera, firmata dal presidente della Commissione Massimiliano Atelli, rileva carenze nella documentazione e nelle analisi preventive effettuate dai progettisti. Tra i punti critici c'è anche in questo caso l'intervento previsto all'interno delle aree ex Sloi e Carbochimica.

A parte l'affermazione secondo cui non risulta approvata l'analisi di rischio relativa ai 9.332 metri cubi di terre inquinate da scavare e trattare come rifiuti, la Commissione, incardinata presso il Ministero della transizione ecologica, chiede approfondimenti progettuali che diano garanzia che le attività di scavo non provocheranno un aumento dei livelli di inquinamento, con particolare riferimento alle acque di falda.

Si chiede inoltre di integrare il progetto con gli esiti di una campagna di monitoraggio del soil gas che fuoriesce dai terreni, posto che i dati attuali sono stati rilevati nel 2015.

Altre richieste di integrazione al progetto riguardano il sistema di illuminazione e il rispetto della legge provinciale in materia di inquinamento luminoso. E ancora si chiede maggiore attenzione sui metodi di monitoraggio delle acque, che non appaiono adeguati, e chiarezza su dove verranno convogliate le acque derivanti dalle aree di cantiere.

Altri chiarimenti richiesti riguardano la gestione dei cumuli di materiale vegetale provenienti dalle aree di cantiere e di deposito, una più attenta registrazione dell'ambiente acustico attuale con una capillare campagna di monitoraggio e un miglioramento anche delle misurazioni sulle vibrazioni causate dal passaggio dei treni, ma anche una stima di quelle che saranno provocate dai cantieri.

Una richiesta puntuale riguarda il fronte roccioso sovrastante il piazzale da realizzare in via Malvasia, presso lo sbocco nord delle gallerie, fronte caratterizzato da pericolosità di crollo: si chiede con quali tecniche si pensa di rinaturalizzare il versante.

Al di là del merito la grande incognita rimane quella dei tempi dell'iter di valutazione ambientale e di approvazione del progetto di circonvallazione. Stando alle indicazioni di legge entro dopodomani, lunedì 14 marzo, tutta la documentazione elaborata dalle amministrazioni coinvolte nel progetto dovrebbe essere inviata al Ministero delle infrastrutture per la Conferenza dei servizi, chiamata a dare il parere sul Progetto di fattibilità dell'opera.

Tra questi documenti ci dovrà essere anche la relazione finale di Valutazione di impatto ambientale elaborata dalla Commissione che ha chiesto tutte le integrazioni di cui sopra; difficile pensare, anche lavorando giorno e notte domenica compresa, che integrazioni di Rfi e parere conclusivo possano essere elaborati in tempo. E dunque uno slittamento dei termini sembrerebbe inevitabile.Ieri intanto anche la giunta provinciale è tornata ad occuparsi del bypass ferroviario approvando una delibera che integra le osservazioni alla Via già inviate ribadendo alcune raccomandazioni.

La prima riguarda ancora una volta le aree inquinate di Trento Nord, sulle quali si chiede attenzione e se possibile la bonifica integrale. La Provincia chiede poi che si proceda rapidamente con la progettazione degli altri lotti del quadruplicamento della linea del Brennero, a nord e a sud della città. E ancora tutele per chi subirà gli espropri. Viene ribadita con forza la necessità di mantenere in città il capolinea della Trento-Malè e si chiede anche di valutare la fattibilità di un ingresso del bypass più a nord rispetto al quartiere di San Martino. Infine si sottolinea la necessità di prestare estrema attenzione alla tutela delle risorse idriche sotterranee.

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