Area produttiva da 53mila metri quadrati sbloccartaa Trento Nord. Ma come?
La zona a sud del carcere pronta ad ospitare la Karl Meyer e la Hörmann Italia: tutto di proprietà della Arcauno e della Erre Nove di Rangoni, un affare da 10 milioni di euro
TRENTO. La delibera è stata infilata in fretta e furia all'interno del fascicolo da approvare nell'ultima seduta di giunta, venerdì scorso. Non significa, però, che l'argomento fosse poco importante. Anzi. Si trattava infatti del via libera da parte della giunta Fugatti, su proposta dell'assessore Mario Tonina, allo sblocco di un'area produttiva di quasi 53mila metri quadrati tra via Monaco e via Beccaria a Spini di Gardolo, a sud del carcere.
In parole semplici significa che su quei terreni, attualmente coltivati a vite con un impianto tra l'altro piuttosto recente, tra qualche anno sorgeranno nuovi capannoni.
Ma come? ci si chiederà. In giro per il Trentino - e in particolare nel fondovalle attorno alla città non ci sono altro che capannoni non sfruttati e terreni produttivi non utilizzati: perché andare ad intaccare zone coltivate che in gergo si chiamano «aree di riserva»?
Lo spiega in una lunghissima delibera la giunta provinciale nella quale si autorizza lo svincolo dell'area per quasi 53mila metri. Innazitutto va spiegato che l'area è quasi tutta di proprietà dell'Arcauno srl, società immobiliare di proprietà della Erre Nove srl che fa riferimento a Renzo Rangoni.
La richiesta di "liberare" i terreni è stata presentata dalla Mak costruzioni di Lavis lo scorso 16 luglio. Poco prima di ferragosto il Dipartimento Territorio della Provincia risponde che prima di intaccare nuovo suolo bisogna spiegarne in maniera puntuale esigenze ed utilizzi.
Il 19 gennaio la Mak risponde che sull'intera area di quasi 82mila metri quadrati ci sono 5 proposte immobiliari e soprattutto la richiesta di acquisizione da parte della società Karl Mayer Rotal srl di Mezzolombardo (azienda leader nella produzione di macchine tessili) per un lotto da 21.500 metri quadrati a sinistra di via Beccaria a salire (lotto A) e per altre 31.190 mq (lotto B) da parte della Hörmann Italia (portoni) con sede ad Assago e unità operativa a Lavis a destra di via Beccaria.
Contestualmente alla domanda della Mak perviene in Provincia analoga richiesta da parte della Tecnoedil Noleggi che chiede l'attivazione da parte dell'area di riserva già di sua proprietà (ora utilizzata come deposito di materiale, attrezzatura e mezzi) per poter migliorare l'operatività dell'azienda stessa.Nella delibera la Provincia sottolinea come un'analoga richiesta per sbloccare l'area fosse già stata presentata nel 2015, ma respinta «in quanto la superficie dell'area di progetto ancora fruibile in zona è sufficiente per soddisfare le necessità di entrambe le aziende menzionate nell'istanza».
Una relazione del Servizio Industria della Provincia analizza la situazione delle aree industriali Tra Trento nord, Lavis e la Piana Rotaliana evidenziando che in effetti non esistono aree di espansione industriale di grandi dimensioni. Gli altri siti individuati hanno una serie di penalizzazioni che di fatto li rendono inutilizzabili agli scopi della Mak e di conseguenza Karl Mayer e Hörmann.
Dopo una serie di ulteriori informazioni integrative richieste alla Mak, che funge da general contractor, la Provincia ottiene di limitare l'infrastrutturazione dell'area da 81mila a 53mila metri quadrati.
Comunque un'area di tutto rispetto e dal valore commerciale non indifferente, attorno ai 10 milioni di euro, visto che un terreno produttivo vale sui 200 euro al metro. In particolare viene esclusa dallo sblocco la parte nord est del lotto B per impedire che essa, non utilizzata dalla Hörmann venga parcellizzata in lotti più piccoli. Di cui - come ribadisce la relazione del Servizio Industria - non c'è certo carenza.
Venerdì scorso, dunque, la Provincia dà l'autorizzazione allo svincolo, girando la palla al Comune. Toccherà infatti a Palazzo Thun ora approvare il piano attuativo obbligatorio per le aree di questo tipo.