Nuovo bacino artificiale alle Viote? Tre Asuc e circoscrizione decisamente contrarie
Presa di posizione dopo l'apertura del sindaco Franco Ianeselli alla richiesta avanzata da Trento Funivie di realizzare il nuovo invaso per l'innevamento artificiale. «Ci rendiamo disponibili, piuttosto, a valutare l'aumento del bacino presente a Malga Mezavia passando per una sua valorizzazione», scrivono. E lanciano una serie di proposte per migliorare la situazione del Bondone
TRENTO. L'apertura del sindaco Ianeselli alla richiesta di Trento Funivie spa di realizzare il nuovo bacino per l'innevamento artificiale nella piana delle Viote è respinta dalle tre Asuc territoriali e dalla Circoscrizione del Bondone.
L'apertura recente di Franco Ianeselli è arrivata dopo lo stop della precedente amministrazione comunale.
Il "no" non è fine a se stesso, ma inserito in un documento generale sul futuro della montagna che un mese fa i presidenti delle tre Asuc (Ivan Broll per Sopramonte, Flavio Franceschini per Vigolo Baselga, Silvano Baldessari per Baselga del Bondone) e il presidente della Circoscrizione del Bondone, Alex Benetti, hanno inviato al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, e al sindaco.«Ci rendiamo disponibili» scrivono a valutare l'aumento del bacino presente a Malga Mezavia passando per una sua valorizzazione. Crediamo, allo stesso tempo, che la necessità di realizzare l'interconnessione acquedottistica sia prioritaria nei confronti della realizzazione del bacino artificiale come stabilito del Patto Territoriale».
La sostanza è chiara: «È un no al bacino alle Viote che» ricorda il presidente Benetti «è concepito da Trento Funivie su terreni di uso civico, e le Asuc nemmeno sono state informate dei nuovi progetti».
L'approccio cui rimandano Asuc e Circoscrizione, entro cui contestualizzare il dibattito fatto in consiglio comunale (4 marzo scorso) sul grande impianto funiviario di collegamento con la città, è quello già unitariamente proposto nel 2014: «ammodernamento dell'offerta turistica e sportiva sul versante di Vason-Vaneze-Candriai a fronte di una condivisa tutela della parte più naturalistica della montagna». Da qui la proposta, oggi rilanciata, di «costituzione del Parlo locale del Monte Bondone».
Un punto fermo è il fatto che, se va bene, «ci vorranno una decina di anni per vedere il progetto realizzato se si iniziasse quest'anno. Occorre quindi, anche valutando attentamente l'imprevista e grave crisi socio/economica che ci sta investendo» scrivono Broll e colleghi «sciogliere tutti i dubbi riguardante le ipotesi progettuali fin qui proposte e serve inevitabilmente elaborare e perseguire un programma chiaro pienamente condiviso assieme alle realtà locali. Serve» aggiungono «evitare di paragonare il Monte Bondone al Renon». Per dire che «molti paesi non sono mai stati considerati nelle ipotesi progettuali di passaggio della funivia, se non Sardagna».
Tanto più che «la partecipazione di privati all'investimento impone la ricerca del guadagno per esigenze di bilancio facendo venir meno i presupposti di servizio pubblico». La proposta è che, con la funivia, «si programmi di aggiungere una fermata a Candriai che consentirebbe ai cittadini di Sopramonte, Baselga del Bondone, Vigolo Baselga e Cadine di raggiungere la parte alta del Monte Bondone senza le costrizioni di percorsi innaturali rispetto alla situazione attuale».Il lato turistico del Bondone è una lunga teoria di strutture ricettive in stato di abbandono, da anni. I quattro presidenti le ricordano: «le colonie presenti della Provincia a Candriai, le ex caserme alle Viote, il Centro "A. Degasperi", l'auditorium di Vaneze, la casa cantoniera di Vason, l'hotel Panorama a Sardagna. Sono tutte strutture che comportano lo studio di una nuova destinazione d'uso in una logica globale».
Con un punto fermo, però: «Scongiurare la realizzazione di nuove strutture per sfruttare quelle che già ci sono». Broll e colleghi rivendicano «il ruolo delle comunità montane nella costruzione di un progetto solido e duraturo nel tempo»: ruolo però non ancora chiarito.
«Assieme ad una pianificazione urbanistica» dicono «occorre impostare un lavoro sociale che consenta di avvicinare i sobborghi alla città, non solo con la fune».Quanto al modello di turismo, Asuc e Circoscrizione sono certi che «non è possibile proporre modelli capaci di attrarre i grandi flussi. La limitatezza dello spazio ci impone investimenti sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Sono le bellezze naturalistiche e paesaggistiche del Bondone che lo rendono attrattivo. Sono i prati di Sant'Anna, della Malga Brigolina e di Mezavia, la Piana delle Viote, i sentieri dei boschi, i tracciati pedonabili e per le mountain bike che fanno apprezzare il Bondone durante tutto l'anno».
Per questo, Broll e colleghi avanzano da subito alcune proposte di sviluppo compatibile: recupero della fitobalneoterapia e delle ex caserme (per un centro fitobalneotermale, o per per il centro del fondo o per un centro Euregio); sgravio dall'attuale concentrazione di parcheggi alle Viote («un unicum di tutto l'Arco Alpino»); la riorganizzazione del tracciato della funivia Rocce Rosse («dividerlo in due parti consentirebbe una gestione più semplificata»; nel breve periodo, limitare il parcheggio selvaggio alle Viote. Dove, in una logica di qualità e sostenibilità, un nuovo bacino artificiale non c'azzecca, dicono Asuc e Circoscrizione al sindaco. Do. S.