Cala il livello delle acque dell’Adige e affiora un ordigno bellico
Negli ultimi anni dall’Adige sono affiorate parecchie bombe, residuate della Prima e della Seconda guerra mondiale. Nel febbraio 2017, quando i Palombari del Reparto Pronto Impiego di Ancona, recuperarono un grosso proiettile di artiglieria del calibro di 149 mm
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MATTARELLO. Complice il livello dell'acqua particolarmente basso in questo periodo di magra, in prossimità di un'ansa a sud del Crm, nei giorni scorsi è affiorato dall'Adige un ordigno bellico. Lo hanno scoperto gli operai dei Bacini Montani impegnati in queste settimane nel taglio della vegetazione e nella pulizia lungo l'argine del fiume.
Le operazioni di recupero del proiettile sono state effettuate dagli artificieri del 2° Reggimento Guastatori Alpini e si sono svolte molto rapidamente e in totale sicurezza. La ciclabile Trento-Rovereto che corre sull'argine è stata chiusa per circa un'ora, il tempo impiegato dai militari per entrare nell'alveo, levare dal fondo il proiettile e caricarlo con tutte le precauzioni del caso sul mezzo che lo ha spostato per il suo brillamento. Il servizio d'ordine è stato svolto dal comandante della stazione dei Carabinieri Antonio La Rosa e da un appuntato.
Negli ultimi anni dall'Adige sono affiorati parecchi ordigni, residuati della Prima e della Seconda guerra mondiale. L'ultimo recupero risale al febbraio 2017, quando i Palombari del Reparto Pronto Impiego del Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare di Ancona, dall'alveo del fiume all'altezza dell'aeroporto Caproni, recuperarono un grosso proiettile di artiglieria della Prima guerra mondiale a carica speciale del calibro di 149 mm.
Nel corso del 1917 aerei italiani e alleati lanciarono sopra l'abitato una settantina di bombe; nel 1918 ne sganciarono ben trecentocinquanta per colpire lo scalo ferroviario e le stazioni di partenza delle teleferiche che partivano della piazzaforte militare austro-ungarica. Erano proiettili di oltre un metro di lunghezza compresa l'elica e del peso di circa settanta chilogrammi che procurarono agli edifici e alle coltivazioni ingenti danni. Una locomotiva, in sosta in stazione, avvertiva con un potente fischio l'arrivo dei velivoli e lanciava l'allarme.
Gli Austriaci rispondevano con il fuoco delle batterie di obici dislocate sulle montagne della conca di Trento e con le mitragliatrici dei forti. Nel luglio del 1918 un Bristol inglese venne colpito dagli Albatros imperiali che si alzavano dalla pista di volo approntata nel Lidorno. I due piloti sono sepolti nel cimitero di Mattarello.
Durante la Seconda guerra mondiale, si ricorda l'attacco del "Pippo", il bombardiere solitario, che la sera del 20 febbraio 1945 sganciò tre bombe nelle vicinanze del maso di Domenico Dalprà "Mincòti" in località le Valli: due esplosero nel cortile, la terza cadde nel rio Valsorda senza scoppiare, tanto che venne presto disinnescata e quindi trafugata. Il ponte sull'Adige ricostruito tra il 1942 e 1943, potenziale obiettivo delle incursioni, non ebbe a subire danni né dai bombardamenti né dalle mine dei Tedeschi in ritirata.