Cronst chiude, dopo 80 anni all’avanguardia tecnologica
Tra le mura di via Galilei ci è passato un pezzo della storia cittadina. Claudio: «Mio padre Umberto ha aperto il suo negozio nel febbraio del 1944. Siamo Bottega storica ma ora tutto è cambiato, dal modo di ascoltare la musica alle modalità d’acquisto. Il centro si sta svuotando e si va verso l’omologazione»
TRENTO. Tra le mura di via Galilei ci è passato un pezzo della storia di Trento, quella dei primissimi elettrodomestici, e poi degli apparecchi ad alta fedeltà ancora pressoché sconosciuti per arrivare ai primi videogiochi, i telefonini ed i pc. Dal febbraio 1944 Cronst è un'impresa famigliare, bottega storica, e avanguardia nel campo della tecnologia. Dopo ottant'anni il titolare Claudio, 65 anni, e la moglie Daniela hanno deciso di «andare in pensione»: «Chiuderemo a febbraio, proprio nell'anniversario dell'apertura».
A salutare i clienti che passano dal negozio, un po' per le compere di Natale e un po' per manifestare una vicinanza nata in questi decenni, c'è anche Maya, una Flet Coated Retriever tutta nera di due anni.
«É lei il socio di maggioranza dell'azienda, qui facciamo anche pet therapy» scherza Daniela.
Claudio, tutto è iniziato con gli elettrodomestici, giusto?
Era il 1944, c'era la guerra e mio padre Umberto ha aperto il primo negozio in via Suffragio: lavatrici, radio, televisori, era tutto una novità. Dopo qualche anno ci siamo trasferiti in affitto qui in via Galilei e non ci siamo più mossi. Nel corso degli anni io ho affiancato mio padre Umberto finché nel 1978 sono entrato ufficialmente nella ditta, con mia madre Elena sempre preziosa e presente. Mio fratello Paolo era invece più legato al mondo del design e dell'arredamento (per anni è stato titolare del negozio Cronst Casa ndr).
Cosa l' appassionava di più?
Sicuramente il mondo dell'alta fedeltà, della musica: gli impianti HiFi di quarant'anni fa erano davvero fatti bene, abbiamo avuto a che fare con pezzi importanti. Adesso è cambiato completamente il modo di ascoltare la musica, a volte va bene se si usa una buona radio!
Cosa ha Cronst di speciale?
Sin dai primi anni Settanta siamo stati i primi a far conoscere l'HiFi a Trento, e all'inizio è stato molto bello ma faticoso. E poi ci siamo dedicati alla tecnologia introducendo i primi personal computer, come Commodore, Atari, Sinclair; le prime tv a cristalli liquidi, estremamente costose. E poi i cellulari, ancora ingombranti, come Mitsubishi, e poi Motorola, Nokia, per non dimenticare i videogiochi, Pacman e i primi Soccer. Anzi, ancora adesso siamo in possesso di tutta la strumentazione per riparare radio e tv degli anni Cinquanta: se qualcuno fosse interessato...
C'era anche un rapporto diverso coi clienti...
In quegli anni l'assistenza la faceva mio padre: ricordo le primissime lavatrici, di marca Grippo, dei barili che giravano con la carica dall'alto. Dopo la scuola io ero sempre in bottega, e ogni tanto scappavo per fare il Giro al Sass con Daniela.
Vi siete conosciuti da giovani?
Eravamo in prima superiore, e poi nel '78, a vent'anni, è arrivato nostro figlio, che ora lavora in tutt'altro campo.
In cosa è cambiato il centro storico in questi anni?
Sono cresciuti i centri commerciali ed il centro si sta svuotando, rischiando l'omologazione. Non ci sono parcheggi di prossimità e questo è un problema molto sentito. Alcuni clienti si lamentano delle vetrine spente, ma poi sono i primi a chiedere assistenza nelle botteghe del centro, e poi vanno a comperare online.
Cosa pensa di fare ora?
Lavorare qui in due era molto impegnativo: ora vorrei dedicarmi alla vela, alla subacquea (Claudio è istruttore), allo sport. E poi stare con la famiglia e con la mia splendida nipotina di tre anni.