Addio al negozio "Italo", paradiso dei giochi per generazioni, era aperto dal lontano 1938
Costi di gestione, concorrenza dell’e-commerce, mancanza di parcheggi (e di bambini): addio alla bottega della famiglia Bertoluzza, da tre generazioni
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TRENTO. Serrande abbassate e un cartello: “Affittasi”. Cala il sipario sul negozio Italo, all’angolo fra via Diaz e via Malpaga nel cuore del centro storico di Trento. Per generazioni, la mecca dei giocattoli.
Da qualche settimana lo storico esercizio – 85 anni di vita, tre generazioni della famiglia Bertoluzza a gestirlo – aveva esposto il cartello «Chiuso per lavori», proprio a Natale. Ma dopo una attenta analisi, i padroni hanno deciso di gettare la spugna.
Fondato nel 1938 dal capostipite Italo Bertoluzza, che con la moglie Livia aveva aperto la bottega, era poi gestito dal figlio Alberto, e adesso dalla nipote Fabiana.
Colpa della crisi, ma anche dell’e-commerce, oltre ai soliti problemi del centro storico: il pubblico vuole parcheggi, possibilmente davanti al negozio.
Chi è stato bambino a Trento ricorderà che Italo era il paradiso dei modellisti, negli anni Settanta aveva in vendita non solo i «trenini» delle migliori marche, ma anche i modellini di auto, aeroplani e mezzi militari.
Da Italo erano arrivate le prime Barbie, poi i giochi più famosi e le «serie» di personaggi, a cominciare dai Puffi e dai pelouche della Trudi.
Da oggi, Trento è più povera. Ma ricca di negozi di mutande e di occhiali.