Cantiere del bypass, le Ferrovie anticipano i soldi per il cantiere, dal governo ancora nulla
Opere della circonvallazione in ritardo almeno di un anno, i fondi non ci sono e il cantiere non è ancora stato ufficialmente «consegnato» al Consorzio
TRENTO. Il ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, pochi giorni fa aveva giurato al Festival dell’economia che «il cantiere ripartirà entro giugno». Ma certo non con i soldi del ministero, che ancora non si vedono. Ma con i soldi delle ferrovie, che anticiperanno quasi un miliardo di euro (che era stanziato nel Pnrr, ma che è stato tolto su indicazione del ministero di Salvini).
Era previsto, è arrivato. Il Cda di Rfi lunbedì avrebbe dovuto deliberare il via libera definitivo all’apertura di una linea di credito, per anticipare i fondi per iniziare la realizzazione del bypass ferroviario. Quel via libera è arrivato. Poco d’altro si sa, perché come di consueto Rfi non è usa spiegare le proprie scelte. Ma certa è solo una cosa: a questo punto si avvicina il momento in cui i lavori entreranno nel vivo, per lo meno nell’accesso sud.
La vicenda è nota, ne abbiamo scritto più volte. A nessuno è sfuggito che il cantiere è di fatto fermo, e da tempo. Qualche settimana fa, nell’ambito del Comitato tecnico scientifico, si era svelato l’arcano: il cantiere per le opere preparatorie sia a nord che a sud - quindi la galleria artificiale e la realizzazione dei binari di slittamento dove saranno poi installate e montate le frese - non è stato nemmeno consegnato. Rfi non ha consegnato i lavori al Consorzio Tridentum, il che significa che non parte il conto alla rovescia, per il rispetto dei tempi. Ma significa anche che siamo già in ritardo.
Quanto, lo ha chiarito Italferr al Cts: da quando saranno consegnati i lavori, serve circa un anno per le opere preparatorie e il montaggio delle frese. Solo poi si inizierà a scavare la galleria.
L’unica spiegazione, era che mancassero i fondi, ora che l’opera è uscita dal Pnrr. Perché è vero che il decreto ministeriale la comprende tra le opere da realizzare, ma evidentemente la copertura finanziaria non c’era. Tutti, ad ogni livello, negavano questo tipo di problema. Ma il dubbio era per lo meno legittimo.
Non è un caso che il ministro Matteo Salvini, al festival dell’Economia, la settimana scorsa ha annunciato che l’intesa con Rfi era definita e che quindi i lavori sarebbero ripartiti perché il denaro c’era. Rassicurando proprio sul fronte finanziario, e indirettamente ammettendo che quello era il nodo. Il ministro però aveva detto la medesima cosa l’anno scorso. È chiaro che in città un po’ di scetticismo c’era. Da qui la necessità di verifica. Questa volta pare effettivamente che ci siamo.
Dopo un carteggio piuttosto fitto, tra ministero e Rfi, le Ferrovie hanno ritenuto di avere garanzie sufficienti e quindi hanno deliberato di anticipare i fondi attraverso una linea di credito. Significa che i lavori dovrebbero ripartire. Quando? Si parla di un paio di settimane, entro metà giugno. Ma per vedere arrivare le frese, montarle, e farle partire, ci vuole un altro anno: appuntamento a maggio 2026. Forse.