L'orsetto albino del Bondone «poteva salvarsi», due denunce in Procura contro la Forestale
Enpa e associazione animalista Bearsandothers ricostruiscono i fatti: «scientemente non hanno fatto intervenire un veterinario, ma sono stati tre giorni a guardare il cucciolo che moriva»
BOSCO Come comportarsi per limitare il rischio di incontrare l'orso
TRENTO. L’Associazione animalista Bearsandothers ha presentato denuncia contro i responsabili del mancato soccorso all’orsetto albino deceduto sul monte Bondone, sul sentiero che da Garniga porta a malga Albi. E sulla stessa lunghezza d’onda è l’Enpa nazionale (Ente Protezione Animali)
«Domenica 12 maggio alcune persone hanno notato l’orsetto agonizzante ed è stato allertato, giustamente, il servizio faunistico trentino che ha inviato il Corpo Forestale. Ma, il 15 maggio l’orsetto è deceduto, perché chi è preposto al suo salvataggio lo ha abbandonato nel bosco volontariamente e senza alcuna cura veterinaria. Dalle dichiarazioni del responsabile del servizio , a mezzo stampa, si riporta che: «” Abbiamo ricevuto la segnalazione e ci siamo portati sul posto – spiega Giovannini – La priorità numero uno rimane quella di garantire la sicurezza delle persone e degli operatori”. Per questo i contatti con il cucciolo, spiega il dirigente, devono essere tenuti al minimo. Il rischio che la madre fosse nei paraggi, e che potesse reagire in maniera aggressiva era alto».
«Il cucciolo si trovava sulla strada. Gli operatori hanno provveduto a spostarlo e poi è stato fatto un presidio fino a tarda sera per controllare che non passassero altri escursionisti». Il cucciolo era in difficoltà, ma non c’è stato un intervento in questo senso. «Si l’animale non stava bene, probabilmente era un po’ debole – osserva Giovannini – A volte stanno fermi, ma la nostra indicazione è quella di stare lontani per non provocare le madri». Quindi l’animale non è stato visto da nessun veterinario.
A fronte di queste affermazioni e del comportamento adottato da chi è preposto alla tutela della fauna selvatica, «ma ha ritenuto deliberatamente e scientemente di non chiamare un veterinario, unica figura titolata per decidere le sorti di un animale, la scrivente associazione di protezione animali ha depositato in Procura una denuncia per la presunzione dei seguenti reati:
- presunta omissione di soccorso,
- presunta gestione fallace di “patrimonio indisponibile dello Stato”
- per presunto danno erariale nei confronti dello Stato
- presunto abbandono di animale (art.727 c.p.)
- per presunto abuso della professione di medico-veterinario
Riteniamo che l’atteggiamento tenuto da chi sarebbe preposto alla salvaguardia e tutela della fauna selvatica, in particolare di quella, come gli orsi, è protetta da leggi internazionali e nazionali come specie protetta e in via di estinzione, sia da censurare e da sottoporre al vaglio della magistratura, che valuterà l’operato dichi, a nostro avviso, si è arrogato il diritto di decidere le sorti di un giovane orso senza avere competenze veterinarie e senza avere il minimo senso del rispetto per la vita, condannando con crudeltà e freddezza, alla morte più atroce, in agonia, un cucciolo di orso.
Auspichiamo che vengano identificati i responsabili e che la giustizia abbia il suo corso, ricordando che chi gestisce foreste e fauna dovrebbe farlo nell’interesse della collettività e nella salvaguardia della biodiversità, e non per sostenere politiche di morte come le indicazioni chiare ed inequivocabili impartite dall’attuale governo provinciale trentino» chiude Bearsandothers.
Attacca anche Enpa: «L’orsetto bianco, segnalato da un escursionista perché in grave difficoltà e in seguito deceduto sul Monte Bondone, andava soccorso in base alle decisioni di un veterinario, possibilmente esperto di grandi carnivori.
Invece è stato abbandonato a sé stesso ed è deceduto dopo un'agonia protrattasi verosimilmente per tre giorni, tre lunghissimi giorni». Questa l'accusa rivolta alla Provincia di Trento attraverso un esposto che l'Enpa ha presentato alla Procura.
Ai magistrati l'associazione animalista chiede "di fare chiarezza su questa terribile vicenda e di individuare eventuali responsabili per quello che appare come un gravissimo comportamento omissivo da parte della Provincia autonoma".
«La morte del povero orsetto bianco configura una chiara violazione della legge 157/92, articolo 4, il quale stabilisce in modo inequivocabile che agli animali in difficoltà si debba prestare il dovuto soccorso. Ma il decesso dell'orsetto bianco presenta anche evidenti implicazioni di natura etica, poiché è inaccettabile che un essere bisognoso di cure, sia lasciato da solo a morire senza alcun tipo di supporto veterinario. Tanta crudeltà ci lascia attoniti», si legge nella nota.