Sciatore dato per disperso, invece aveva solo cambiato disciplina
Soccorsi in azione in massa per un roveretano di 55 anni
Domenica affollata sulle piste di Folgaria, la giornata alla «jeager» in questo anticipo di primavera anche se le temperature riportano prepotentemente in inverno, e la neve perfetta hanno portato sull’altopiano cimbro molti turisti ed anche molti roveretani. Tra quest’ultimi padre e figlio rispettivamente di 55 e 25 anni.
Il padre, solitamente amante dello sci nordico e dunque appassionato degli sci stretti, ha voluto cimentarsi nella disciplina alpina, nella quale certo non eccelle.
I due partono insieme e si danno appuntamento per le ore 12.30 al rifugio Osteria Coe, a 1610 metri dell’omonimo passo.
Il figlio, pimpante e dinamico, arriva in tempo all’appuntamento, il padre però non si vede. Il figlio, passato un po’ di tempo, si preoccupa, lo cerca disperatamente al cellulare, dove non risponde nessuno.
Preoccupato allerta la polizia di Stato, i poliziotti del soccorso piste, che operano proprio in quell’area del comprensorio sciistico, iniziano le ricerche dello sciatore scomparso, si chiedono alcune informazioni base, su come era vestito, se aveva il casco, si mettono in moto i soccorritori di Fissa di Verona, che nei week-end sono numerosi.
Al gruppo si aggiungono i carabinieri del soccorso piste, attrezzati di motoslitta.
Si passano palmo per palmo tutte le piste, soprattutto quelle che immettono su potenziali fuoripista. Dello scomparso nulla ed è anche difficile identificarlo in mezzo a tanti turisti.
Da Rovereto salgono anche i familiari, tutti increduli e spaventati. Verso le 16.30 di un pomeriggio strano, lo sciatore roveretano viene localizzato, proprio da un familiare, sullo skilift baby di Fondo Grande. La paura è passata, rimane il dispiego di forze dell’ordine, dei volontari di Fissa, che hanno svolto con perizia e grande attenzione le ricerche.
Il cinquantacinquenne aveva dimenticato il cellulare in auto, probabilmente preso dall’arte sciatoria non si è accorto o meglio non ha intuito che forse era meglio fare un colpo di telefono per avvisare il figlio o i famigliari che nel frattempo erano molto preoccupati. Tutto è bene ciò che finisce bene.
Da sottolineare la bellezza delle piste, perfettamente preparate, la neve assomiglia a quella di gennaio e rende le sciate un evoluzione della fantasia. Perché sciare è vivere un momento di libertà.