Nuovo ponte ciclabile sul rio Cavallo
Una nuova passerella ciclo-pedonale per collegare in sicurezza la parte Sud con la parte Nord del paese. Ma anche per aprirsi al mondo, mettendo in comunicazione Calliano con la ciclovia dell’Adige, lungo la leggendaria rotta europea che da Capo Nord arriva fino a Malta.
Il taglio del nastro del nuovo ponte sul rio Cavallo è arrivato domenica mattina. Come ha ricordato il sindaco Lorenzo Conci, «quest’opera permetterà a pedoni e ciclisti di attraversare in totale sicurezza le due sponde del torrente, in una zona particolarmente frequentata da famiglie e da bambini vista la presenza della scuola materna e del parco Europa. Ma allo stesso tempo questa piccola via di comunicazione sarà anche un simbolo di unità ed integrazione tra nuovi e vecchi callianoti. La nostra comunità, infatti, in poco meno di vent’anni ha raddoppiato la sua popolazione».
Una comunità in espansione, quella di Calliano, che il presidente della Provincia Maurizio Fugatti mattina ha voluto incontrare: «Siamo qui per testimoniare l’attenzione dell’amministrazione provinciale alle esigenze delle comunità, anche quelle come questa che pur piccola rappresenta un esempio in controtendenza vista la crescita della sua popolazione e l’espansione che sta vivendo. Questo ponte, che tra poco attraverseremo, testimonia questa voglia di futuro».
Un ponte, hanno rimarcato gli amministratori presenti, che, pur rappresentando un’opera viaria minore, può portare lontano. Ne è sicura anche l’assessora ai lavori pubblici di Calliano Licia Mittempergher che, ricordando i tasselli di un mosaico che prevede di collegarsi anche con le ciclabili degli altri paesi dell’Alta Vallagarina, ha illustrato l’iter dei lavori. A partire dalla scelta di collocare la passerella, lunga 60 metri e larga tre, a fianco dello storico manufatto carrabile, costruito tra il 1920 e il 1925 e sul quale transitò anche la Campana dei Caduti. Un’operazione, diretta dallo studio Ars Engineering di Rovereto, tutt’altro che semplice: per piantare i piloni, alti 17 metri, si è dovuto scavare in profondità nell’alveo, «bucando» strati di detriti, rifiuti e terreni di consistenza diversa. A portare a termine l’opera, costata 450 mila euro, di cui il 70% coperti dalla Provincia, una serie di imprese artigiane locali.