Cantina Mori Colli Zugna: indagate 90 persone
C'è voluto quasi un anno, per tirare le fila di tutto. D'altronde non era semplice capire con quale uva è stato fatto quale vino. Ora, a 12 mesi di distanza dal blitz dei Nas nella cantina Mori Colli Zugna, la procura ha mandato il conto. Ed è un conto salato per tantissime persone. La chiusura indagini in queste ore viene notificata a 90 indagati: 88 uomini e 2 persone giuridiche. Un numero che, è facile immaginarlo, rischia di essere dirompente anche in vista della futura assemblea in cui i soci dovranno scegliere la nuova governance, dopo la gestione commissariale avviata a scadenza.
Non tutte le posizioni sono uguali. Al centro dell'indagine, che resta per frode in commercio e contraffazione di indicazioni geogrfiche o denominazioni di origine di prodotti agricoli, cinque nomi, secondo la procura responsabili dell'ideazione del presunto raggiro. Si tratta dell'ex direttore Luciano Tranquillini, l'ex enologo Enrico Malfatti, l'ex presidente Paolo Saiani e l'ex vicepresidente Francesco Moscatelli. Nei loro confronti - e nei confronti di un'impiegata della cantina, coinvolta perché chiamata ad eseguire le indicazioni - la procura ha ipotizzato anche il reato di associazione a delinquere. Un macigno, nell'ambito di un quadro accusatorio - per altro tutto ancora da dimostrare - comunque pesantino.
Da dove è partita l'indagine, lo si ricorderà: in alcune botti della Colli Zugna era stata trovata acqua, anziché vino. Da qui la megaperquisizione, il 24 gennaio 2018, e gli accertamenti. Perché fin da subito il dubbio è stato uno: che in quella cantina non si rispettassero i disciplinari - per altro estremamente stringenti - per il doc. E che quindi non tornassero i conti di conferimenti e pagamenti.
Queste le accuse, di cui ancora poco è noto. Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie o farsi sentire (ma alcuni l'hano fatto già durante l'indgine). Poi il pm deciderà se chiedere l'archiviazione o il rinvio a giudizio.