La Vallagarina piange don Beppino Un prete fra la sua gente
«Ieri sera, lunedì 15 giugno, il Signore ha rivolto al nostro caro don Beppino Soini l’ultima chiamata. Le comunità di Pilcante, dove è stato parroco per 18 anni e di Chizzola, suo paese di origine si uniscono nella preghiera e nel ringraziamento». Con queste parole, ieri, il parroco di Ala don Alessio Pellegrin ha annunciato ai suoi parrocchiani la morte dell’anziano sacerdote. In Vallagarina è una di quelle figure che per anni è stata punto di riferimento per le comunità: è stato infatti decano e parroco di Villa Lagarina per 17 anni ed ultimo parroco a Pilcante.
Proprio nella piccola frazione alense, ed in contemporanea anche a Chizzola, suo paese natale, stasera alle 20 verrà recitato il rosario. Il funerale invece verrà celebrato domani, alle 14.30, nella chiesa di Pilcante e sarà presieduto dall’arcivescovo Lauro Tisi.
L’ultimo compleanno, quello degli 88 anni, don Beppino non lo aveva potuto festeggiare attorniamo dai suoi familiari e dagli amici più cari, com’era solito fare da qualche anno alla Casa del Clero. Il 15 marzo infatti, giorno della sua nascita, era tempo di lockdown e i suoi cari non hanno potuto fargli festa. Negli ultime settimane però, grazie alla riapertura, qualcuno era tornato a fargli visita e, nonostante i problemi di salute che lo avevano provato negli ultimi mesi, non immaginava che avrebbe dovuto salutarlo così presto.
Don Beppino Soini è nativo di Chizzola. Lì è cresciuto con i suoi genitori Rina Bettotti e Vito Soini e ha lasciato il paese dopo le scuole elementari per entrare in convento, era il 1943 ed aveva undici anni. «La tragica morte del fratello Franco, avvenuta il 29 luglio del 1950 mentre lavorava come elettricista alla realizzazione della centrale idroelettrica di Campagnola, spezza il sogno di don Beppino che avrebbe voluto andare in India come missionario» scrive un suo caro amico, Gianpaolo Armani, in un articolo pubblicato sul notiziario comunale. «Terminato il liceo, inizia i corsi teologici. Viene eletto presidente della società “S. Vigilio”, occupandosi delle attività extrascolastiche dei giovani chierici, e in seguito dirige il coro di Teologia che cantava in Duomo. Il 6 aprile 1957 viene consacrato sacerdote a Trento e il giorno di Pasqua, il 21 aprile, celebra la Prima messa solenne a Chizzola».
La sua vita di pastore lo porta poi a Predazzo, dov’è cappellano «con l’incarico di gestire il cinema parrocchiale e l’oratorio, di insegnare la “dottrina” ai ragazzi e di fare il catechista presso le scuole elementari di Predazzo e Bellamonte». Continuerà la sua vita a contatto con i giovani anche nel 1961 a Mezzocorona, poi parroco a Crosano dal 1964. «Era un uomo dinamico e dalla grande apertura mentale» ricorda ancora Armani. «Si attiva per attivare la scuola materna e inizia a restaurare la chiesa e il campanile, aiutato in questo dagli abitanti del paese, fra cui anche molti comunisti, che a quel tempo erano stati allontanati dai sacramenti, ma che in paese si distinguevano nel campo del volontariato e non solo. Dirige il neo costituito coro Monte Baldo, insegna religione alle elementari di Mori e gli viene affidata l’Opera Nomadi, una istituzione che aveva lo scopo di seguire i nomadi sparsi nelle campagne del territorio della Vallagarina».
E poi ancora parroco a Pietramurata e, dal 1980 a Villa Lagarina dove diventa anche decano, coordinando quindici parrocchie. «Anche qui si fa promotore di alcune interessanti iniziative: costruisce un piccolo Santuario nel bosco con una statua della Madonna di Fatima, restaura una decina di capitelli e una bellissima Via Crucis di legno del 1700. Ma l’opera che maggiormente lo impegna è la ristrutturazione della magnifica chiesa».
Nel 1997 si avvicina a casa e diventa parroco di Pilcante, dove si attiva per ristrutturare l’oratorio, ricavando una grande sala polivalente, e restaurrea la chiesa arcipretale, riportandola così agli antichi splendori. Alla Casa del Clero lo hanno accudito dal 2016.