La Cassazione conferma: obbligo di dimora per 5 anarchici per gli attentati in Vallagarina
Non sono certo dei terroristi, l’hanno confermato anche i giudici, ma il loro comportamento, dal punto di vista sociale, non piace. Anzi, disturba proprio. Questa, in sintesi, la decisione della corte di cassazione che ha respinto la revoca dell’obbligo di dimora ai cinque anarchici responsabili dell’attentato alla sede della Lega di Ala e alla filiale dell’Unicredit di Rovereto un paio d’anni fa.
Altro che ragazzate, insomma, ma atti tali da intimorire e portare disagio e allarmismo nella comunità, a prescindere, stavolta, dal valore sociale dell’azione degli antagonisti che in tanti processi è risultato un’esimente determinante per le assoluzioni. Luca Dolce, Roberto Bottamedi, Agnese Trentin, Andrea Parolarsi e Nicola Briganti - come detto condannati per i danni agli uffici alensi del Carroccio e per lo scoppio alla banca roveretana - avevano già beneficiato della revoca degli arresti domiciliari ma non potevano muoversi dal paese dove vivevano. D’altro canto erano finiti alla sbarra con accuse pesanti, come eversione e terrorismo, poi cadute. Ma il loro comportamento, per gli ermellini, non è tale da portare al tana liberi tutti. E così hanno rigettato la richiesta.
Lo stesso tribunale del riesame, tra l’altro, ha reputato che «le esigenze cautelari continuino a permanere e che la nuova misura prescelta ne costituisca adeguato presidio in quanto gli imputati, fortemente ideologizzati ed immersi nelle tematiche storiche dell’anarchismo insurrezionalista e dell’antagonismo sociale, hanno comunque commesso reati di non indifferente gravità ed espresso una capacità anche individuale di reiterazione desumibile dalla capillare rete di contatti pazientemente intessuta negli anni e dalla costante immersione in un contesto che non disdegnava che la teoria e la prassi potessero essere coniugate in una dimensione antagonista penalmente rilevante».
Insomma, niente ulteriore sconto e, visto che il ricorso al terzo grado di giudizio è stato dichiarato inammissibile, è stata aggiunta una multa da tremila euro da versare alla cassa delle ammende.
I fatti, come detto, risalgono ad un biennio fa con i giovani antagonisti finiti in carcere con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, poi caduta. Ma sono stati comunque condannati per produzione di documenti di identità falsi,danneggiamento e violazione della legge sulle armi in relazione a due attentati: quello alla sede della Lega di Ala (dove era atteso l’arrivo del segretario Matteo Salvini) e l’attacco alla filiale Unicredit di Rovereto. Sono stati assolti anche per i danni ai ripetitori radio-televisivi sul Monte Finonchioe e per l’attacco alla sede dell’agenzia di lavoro interinale Randstad.