Cinghiali, l’allarme del Comune di Avio: «Ora basta, la loro presenza non può più essere tollerata»
Il sindaco Fracchetti non usa mezze misure: «La minaccia di una presenza stabile non è più un ipotesi ma una dura realtà. Anche il Monte Baldo aviense è ormai diventato terra di conquista»
AVIO. «Le immagini parlano più di mille parole e testimoniano la presenza dannosa è pericolosa del cinghiale nel territorio di Avio». Con queste parole il Comune di Avio, in una nota ufficiale, lancia il nuovo grido d’allarme legato alla presenza dei cinghiali nel basso Trentino.
Non soltanto nel fondovalle dove da anni è stato lanciato l'allarme dagli agricoltori per l'invasione degli animali selvatici che nelle campagne provocano ingenti danni alle colture agricole, ma anche in montagna dove branchi di cinghiali hanno ormai raggiunto i 1800 metri di quota.
E cosa ciò significhi lo sanno bene gli allevatori e pastori alle prese con una nuova emergenza. Perché oltre ai lupi e all'orso devono fare i conti con questo mammifero artiodattilo che lascia il segno nel nei territori conquistati.
Un segno molto pesante come si vede nelle foto: un branco di cinghiali in località Colme poco distante dall'arrivo della seggiovia per Pra Alpesina, i prati "arati", le zolle di terra frantumate e il terreno costellato da profonde buche. Impossibile in queste condizioni esercitare l'attività pastorizia. E la stessa cosa si può dire parlando di vigneti e campagna coltivata in fondovalle.
«La minaccia di una presenza stabile non è più un ipotesi ma una dura realtà. Anche il Monte Baldo aviense è ormai diventato terra di conquista dei cinghiali e la loro dannosa presenza in termini economici ed ambientali va contenuta prima che sia troppo tardi - afferma preoccupato il sindaco di Avio Ivano Fracchetti - per questo Recentemente la giunta comunale ha assegnato un contributo straordinario alla Riserva cacciatori per realizzare 6 postazioni di controllo dei cinghiali sulla montagna aviense ai confini con il Veneto».
Con le nuove norme emanate dalla Provincia si può procedere con l'abbattimento di questa specie di animale (e degli ibridi) introdotta abusivamente a scopo venatorio, «anche fuori dal periodo di caccia e nelle zone in cui è vietata per motivi sanitari per la tutela del suolo per la selezione biologica per tutelare il patrimonio storico-artistico e le produzioni zoo-agroforestali e ittiche».
L'assessore provinciale Giulia Zanotelli che recentemente aveva incontrato l'amministrazione comunale, il corpo forestale e i cacciatori (che possono utilizzare visori notturni) locali aveva sottolineato l'importanza dell'operato dei cacciatori «anche per il mantenimento del paesaggio e del bosco».
«La presenza massiccia di questi animali non può più essere tollerata - conclude il sindaco Fracchetti - I cinghiali non solo hanno pesanti impatti sulle colture agricole e sugli equilibri ecologici e faunistici ma possono essere anche pericolosi per l'uomo e causare incidenti stradali. Non credo sia un simpatico incontro trovarsi davanti un animale di queste dimensioni che per qualche motivo, specie per la presenza di cuccioli, si sente minacciato con il rischio di attaccare per difendersi».