Caro Ema, eri speciale: ad Avio lacrime al funerale del 21enne di Avio morto nell'incidente
Dopo la tragedia di venerdì scorso al Mossano, le esequie del ragazzo: tantissima gente, sotto una pioggia battente, per ricordare quell’«angelo biondo» buono e generoso
AVIO. Lacrime e commozione, oggi alle 16.30 nella chiesa parrocchiale di Sabbionara per i funerali di Emanuele Campostrini, il giovane di Avio morto a soli 21 anni in un incidente d’auto la notte di venerdì scorso, sulla provinciale 90 tra Mori ed Isera, in località Mossano. Un funerale a cui hanno partecipato centinaia di persone, nonostante la pioggia battente.
Le procedure improrogabili della giustizia italiana hanno dilatato i tempi, ma il nulla osta rilasciato l’altro giorno dalla procura di Rovereto ha permesso finalmente alla famiglia di Emanuele (la mamma Maria Angela, papà Gianbattista, le sorelle Giulia ed Elisa) di predisporre l’ultimo saluto al loro amatissimo “Ema”, strappato alla famiglia e agli affetti troppo presto, a causa dell’ennesima tragedia della strada.
In chiesa erano presenti tutti gli altri parenti di “Ema”, gli amici di sempre ed il resto della comunità allargata di Sabbionara e di Avio. Tutti insieme, incluse le istituzioni locali, per dare l’ultimo saluto ad un giovane che tutti, fra quelli che l’hanno conosciuto bene, descrivono in questi giorni come una persona buona, disponibile, rispettoso degli altri. Un ragazzo d’oro che una notte maledetta lungo una strada buia ha deciso di spezzare.
«Ema era la mia persona preferita nel mondo» lo ha ricordato Elisa, la più "piccola" dei tre fratelli Campostrini, è legatissima al fratello, con un grande affetto e con ammirazione.
«Il mio fratellone - ha detto Elisa - è sempre stato la mia metà. É venuto a trovarmi a Londra durante il mio anno all'estero, perché amava viaggiare. Qualche giorno fa siamo stati al cinema insieme, perché si era appassionato anche a questo ultimamente. E se ho iniziato a giocare a calcio, anche questo è merito suo: lui ci giocava ma soprattutto gli chiedevo sempre di portarmi al campetto con i suoi amici più grandi. A volte non voleva, ma io lo obbligavo a portarmi con lui».
I Campostrini – titolari di un ditta di scavi – sono conosciutissimi nel Basso Trentino quella. Ed «Ema» aveva lasciato da poco l’università per impegnarsi nell’attività. Alto, biondo, dai lineamenti delicati, chi lo ha conosciuto da vicino lo descrive come «un angelo». Non solo per l'aspetto fisico che ne ricordava i tratti: «Era un ragazzo molto educato, gentile, sempre molto rispettoso delle persone».
Prosegue intanto l’indagine, negli uffici della procura su corso Rosmini si continuerà a lavorare al fascicolo aperto per omicidio stradale, e che vede al momento come unico indagato il 23enne roveretano che era alla guida quando la Volkswagen Polo su cui viaggiavano Emanuele e i due amici è uscita di strada ribaltandosi e impattando sia sui muretti sul margine sinistro che sui guard rail di quello destro. Una carambola fatale che ha spezzato la vita di Ema, sbalzato fuori dall’abitacolo dove sedeva sui sedili posteriori, purtroppo senza cintura.
Secondo la polizia stradale, che ha fatto i rilievi che ha poi inviato in procura, tra le cause del sinistro ci sarebbe la velocità non consona a quel tratto di strada. E poi c’è la positività all’alcol riscontrata con l’etilometro dopo l’incidente al conducente.
VIDEO e FOTO Gabriele Margon - Agenzia Cavagna @ladige