La zanzara tigre sta per tornare, ma spunta un "alleato" non previsto: la siccità
Con poca pioggia l’insetto fatica a depositare le uova. Intanto il Museo Civico ha preparato le prime ovitrappole: tra qualche settimana partirà il monitoraggio vero e proprio
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ROVERETO. Serviranno ancora poche settimane e poi partirà il monitoraggio 2023 della «stagione della zanzara tigre». Il Museo Civico, rappresentato dal suo team di biologi ed esperti, garantirà come ogni anno il suo appoggio ai comuni per tener controllata la proliferazione dell'insetto che può anche essere vettore di malattie. «Nei primi giorni di maggio - spiega il biologo Gionata Stancher del Museo Civico - inizieremo con il monitoraggio vero e proprio».
In realtà, gli addetti hanno predisposto in questi ultimi giorni le prime ovitrappole, ossia un vaso di colore nero pieno d'acqua in cui è immersa in senso verticale una piccola asta di legno sulla cui parte emersa la zanzara tigre depone solitamente le uova. «Abbiamo installato le ovitrappole - prosegue Stancher - presso la nostra sede e, per il momento, abbiamo un risultato negativo, cioè il fatto che non si è ancora verificata una proliferazione della zanzara tigre». Per questo è ancora prematuro parlare di trattamenti.
«Ciò non toglie che con il clima attuale, cioè con l'innalzamento delle temperature - analizza Stancher - scatti lo sviluppo della zanzara tigre anche con un po' di tempo in anticipo». Sulla situazione attuale: «Siamo in un periodo di calma apparente perché ci aspettiamo da un giorno all'altro la ripresa della zanzara tigre». Il lavoro, in questo senso, spetterà al museo che coordina le attività dei comuni lagarini i quali, come sottolinea Stancher, «è necessario che si adoperino per tenere sotto controllo la diffusione della zanzara tigre».
In quest'ambito, la questione dei cambiamenti climatici riveste un ruolo cruciale per la riproduzione e la successiva proliferazione dell'insetto. Infatti, se da un lato il riscaldamento globale fa sì che si verifichi un anticipo delle stagioni, per cui è facile osservare le prime zanzare tigre con un mese circa di anticipo rispetto al solito. «Sono più precoci - spiega il biologo - anche perché, con un inverno sempre più mite, raramente le uova vengono falcidiate dalle temperature gelate».
Qual è la conseguenza di tutto ciò? «Che sopravvivono più uova per la stagione successiva», risponde Stancher. L'aspetto più interessante e allo stesso tempo più paradossale, parlando di zanzare e siccità, è che le estati asciutte non sono l'ambiente più favorevole per le zanzare. Infatti, l'insetto ha bisogno dell'acqua per depositare le uova. Senza ristagni d'acqua diventa ovviamente tutto più difficile per la zanzara, che ha così meno possibilità di riprodursi. L'acqua di cui ha bisogno è costituita dai piccoli ristagni nei sottovasi, nei tombini e così via. Proprio nei tombini, spiega Stancher, si distribuisce un prodotto granulare biologico dove si forma il ristagno per far sì che le zanzare non si riproducano.
Tuttavia, il prodotto non ha una lunga durata nel tempo, per questo è necessario distribuirlo più volte nel periodo estivo. Quanto alla situazione generale in Vallagarina, spiega Stancher, «le zone di fondovalle e quelle inferiori o pari 6-700 sul livello del mare sono infestate in egual maniera senza particolari picchi. Il 2022 non è stato un anno problematico perché ha piovuto poco, le scarse precipitazioni hanno penalizzato la diffusione delle zanzare. Le piogge hanno creato dei focolai, ma è tutto rimasto sotto controllo». Che 2023 dobbiamo aspettarci, quindi? «Dipende. Ci aspettiamo temperature elevate, ma dipenderà tutto dalla piovosità. Monitoriamo la situazione di settimana in settimana. Servirà anche la partecipazione degli stessi comuni e della cittadinanza nel tenere la situazione sotto controllo».