Ronzo-Chienis vuole lasciare anche la Comunità: progetta l'addio alla Vallagarina
Mai nessuna amministrazione comunale, da quando in Trentino esistono le Comunità, ha proposto il passaggio da un ente all’altro. Il nodo dei servizi consorziati da mantenere. Il Consiglio delle autonomie locali ha sospeso ieri (mercoledì 19 luglio) la votazione sul progetto di allargamento dell’Apt dell’Alto Garda
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RONZO CHIENIS. Ronzo-Chienis non sta lavorando soltanto per lasciare l'Apt di Rovereto e Vallagarina ed accasarsi in quella dell'Alto Garda, molto più ricca e potente. L'amministrazione comunale ha avanzato anche la proposta di lasciare la stessa Comunità della Vallagarina. E anche in questo caso, la destinazione scelta sarebbe ovviamente la Comunità dell'Alto Garda e Ledro, unica altra contigua territorialmente.
La notizia, ora che è trapelata, farà certamente discutere. Perché rappresenta un inedito assoluto nel panorama istituzionale trentino. La "Ronzexit" propone scenari e implicazioni mai visti in Provincia. E del resto già il tentativo di passaggio da un'azienda per il turismo all'altra, nonostante sia previsto dalla legge Failoni, ha generato da un anno a questa parte un piccolo terremoto. Sia in seno all'Apt lagarina, che ovviamente c'è rimasta male nel venire scartata. Sia dalle parti di Riva del Garda, dove c'è più di qualche perplessità sulla volontà del Comune.
Una indicazione forte sul destino del piano di cambio di Apt di Ronzo-Chienis sarebbe potuta arrivare dal Consiglio delle autonomie locali (Cal), dove ieri (mercoledì 19 luglio) si sarebbe dovuta votare la proposta di allargamento dell'Apt del Garda, ma il Consiglio stesso ha sospeso la decisione. Occhi puntati ovviamente sul voto dei rappresentanti dell'Alto Garda e Ledro (i sindaci di Arco Alessandro Betta, di Riva del Garda Cristina Santi e di Tenno Giuliano Marocchi). Se proprio loro si fossero astenuti o, addirittura, votare contro, il piano di Ronzo-Chienis avrebbe subito un duro colpo. Forse fatale.
Nonostante le argomentazioni addotte dall'amministrazione di Ronzo-Chienis, che sul progetto è determinata, e forte dell'appoggio di larga parte del tessuto sociale - e soprattutto economico - espresso dal suo territorio. E la determinazione di Ronzo di cambiare Apt si è rafforzata negli ultimi mesi, visto che, da quando circa un anno fa si è iniziato a parlare del progetto di lasciare l'Apt lagarina, «non siamo stati - sottolineano dall'interno dell'amministrazione comunale - contattati neanche una volta. Né dai vertici di Apt né da rappresentanti degli altri Comuni lagarini».
E i rapporti si sarebbero definitivamente deteriorati in occasione del passaggio del Giro di Italia nello scorso maggio. «Sul nostro territorio passavano due gran premi della montagna - sottolineano dal municipio di Ronzo - quello di Passo Santa Barbara, gestito dall'Apt dell'Alto Garda, è stato valorizzato con un'organizzazione perfetta: area hospitality, maxischermo, valorizzazione dei prodotti locali, a cominciare dalla carne salada, passata in diretta Rai per parecchi minuti. Poi, al gran premio di passo Bordala, il nulla. Niente».
E proprio qui sta il nocciolo del ragionamento dell'amministrazione guidata dal sindaco Gianni Carotta, che da sola persegue un'idea innovativa e dirompente, ma comunque nel solo interesse del territorio: se l'Apt del Garda ha così tanto beneficiato il territorio rispetto a quella di Rovereto, chissà che non avvenga in parallelo anche tra le diverse Comunità. «La nostra non è una scelta definitiva - sottolineano dal Comune - e, dato che nessuno lo ha mai fatto prima, stiamo avanzando con fatica. Ma è una prospettiva che merita approfondimento».
Un approfondimento che sarà ovviamente molto più faticoso e articolato rispetto a quello per il cambio di Apt. Perché, al di là di quello che dice la legge istitutiva delle Comunità di Valle, le stesse erogano per i piccoli Comuni, quale è Ronzo, diversi servizi. Nel caso specifico: rifiuti, tributi, commissione paesaggistica ed edilizia. Il paventato passaggio da una Comunità all'altra dovrebbe avvenire, qualora fosse legalmente possibile, garantendo la continuità dei servizi.