Cooperazione / Concorrenza

Ala, a un anno dall'apertura,  la Famiglia Cooperativa lascia: «Non si fanno affari, e il turismo non c’è»

Dodici mesi fa l’apertura con trionfale comunicato della Provincia e autorità in pompa magna. Ma poi la resa dei conti, e quattro posti di lavoro in meno

di Nicola Guarnieri

ALA. È durata solo un anno l'avventura della Famiglia cooperativa Vallagarina ad Ala. Un anno che, all'inaugurazione del supermercato vicino all'ospedale, ha archiviato il ritorno del brand cooperativo nella città dei velluti. E questo dopo 25 anni di assenza e con una riapertura salutata come la vittoria dell'Italia agli Europei.

Ma il mercato, la concorrenza, è feroce. Ed è bastato solo un calendario per chiudere un'avventura applaudita, nel maggio 2023, da tutte le istituzioni: Cooperazione trentina, Provincia, Comune, Chiesa. Battiti di mano che oggi sono stati soffiati via dal vento del portafoglio aziendale: fare utili o morire.

«Purtroppo non ce la facciamo. È dura ammetterlo ma ci siamo rimasti sotto. Non possiamo competere con chi vende frutta e verdura a 99 centesimi. Noi la mettiamo a 3-3,50 euro per pagare i produttori agricoli, per garantire qualità della merce e del lavoro ma il mondo gira in un altro modo. E noi, per non fallire, siamo costretti a chiudere». Un riferimento neanche velato alle promozione di Poli.

Allarga le braccia con tristezza Stefano Libera, il presidente della Famiglia cooperativa che ha affittato dal Sait il punto vendita di via Brigata Mantova per provare a piazzare il marchio Coop - con quello che rappresenta per il Trentino - ad Ala.

Non è bastato, negozio fagocitato da società più forti, da prezzi impossibili da sostenere e dai soci (sono 500 quelli alensi) «che non si sono mai fatti vedere». Non è un addio storico ma assolutamente precoce sì. E può essere un pericolosissimo segno dei tempi.

Una volta, per capirci, le attività economiche facevano la tara dopo tre anni di lavoro: ora ne basta uno per chiudere bottega. «È brutto, lo so, ma non potevamo rischiare di far crollare tutta la Famiglia cooperativa Vallagarina. Abbiamo altri punti vendita (sono una decina, ndr) e abbiamo intaccato il patrimonio. Resistiamo ma meglio mollare prima».

Una chiusura, per altro, che toglie lo stipendio a quattro dipendenti. «E questo è l'aspetto che mi fa più male. Ad Ala ci sono quattro ragazze che lavorano benissimo, con entusiasmo e professionalità. Quando le abbiamo assunte, però, abbiamo spiegato loro che il contratto era a tempo determinato per un anno proprio perché ci stavamo provando».

Ci si è provato, insomma, ma è andata male. Ed è stata soprattutto rapida. Eppure i negozi di alimentari sono i più gettonati ma gli sconti attirano più della sostenibilità sociale. Come detto, quando un anno fa si è tagliato il nastro, i sorrisi che contano erano tanti. Perché il presidio commerciale tornava a vivere dopo un quarto di secolo. E la Provincia, quel giorno, aveva elogiato per l'ennesima volta la nostra autonomia. Ma il mercato ha un'autonomia più forte. E chi non regge paga pegno.

«Mi spiace aver chiuso dopo un solo anno. - ribadisce Libera - Non abbiamo raggiunto il fatturato preventivato per stare in piedi gli anni successivi ed è stato meglio evitare guai peggiori nell'immediato futuro. Purtroppo tutte le Coop lungo l'asta dell'Adige hanno bilanci tirati e così, calcolando più anni, non ce la facciamo a stare in piedi».

I prezzi, come detto, hanno fatto saltare il banco. «Ad Ala c'è una concorrenza spietata di grosse catene. Quel 0,99 euro di offerta per frutta e verdura mette in ginocchio tutti: non possiamo competere, anche per tutelare il produttore. Come Famiglia cooperativa, poi, non abbiamo le spalle grosse; il Sait ce l'avrebbe fatta, non noi».

Ma la squadra è la stessa. «Diciamo che il Sait non ha voluto impegnarsi proprio perché questo è un luogo spietato. Noi abbiamo affittato il ramo d'azienda e ci abbiamo provato ma abbiamo preferito uscire; era giusto, era un tentativo ma non potevamo mettere a rischio tutta l'azienda».

Pochi clienti? «Soprattutto d'estate, con le scuole chiuse, si svuota. Dobbiamo renderci conto che la Vallagarina non è una zona turistica: vediamo i turisti passare sull'A22 ma vanno altrove e tutte le Famiglie cooperative soffrono. E noi non possiamo permetterci perdite a lungo andare, non possiamo disperdere il patrimonio. Mi spiace anche il marchio Coop non ci sarà più ad Ala».

Per quanto riguarda il Sait, il presidente Renato Dalpalù fa spallucce. «Chiudere è stata una decisione della Famiglia cooperativa che noi rispettiamo».

Troppi supermercati ad Ala, troppa concorrenza? «Noi tutti mangiamo indipendentemente dai negozi. Quando si apre un alimentari non è che fino al giorno prima c'era un gruppo che non mangiava perché mancava quel punto vendita. Ora c'è più scelta. Purtroppo ci sono aree competitive e altre meno. In una zona turistica sei aiutato dalla massa, fuori è più difficile. Però la chiusura di Ala non lascerà i residenti senza il pranzo».


 

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