Il lutto / L’addio

Lavarone, l’ultimo saluto a Ivo Zorzi: storico maestro di sci e uomo speciale

Se ne è andato a 95 anni. Era stato anche emigrante ed imprenditore edile. Nonno straordinario (Isacco Corradi, sindaco di Lavarone, è uno dei suoi nipoti), viveva con la famiglia in una località attraente, bella e suggestiva, Longhi, che lui amava

LAVARONE. Ha chiuso gli occhi serenamente, confortato dalla presenza dei familiari ed in particolare della moglie Tilde. Lino Zorzi aveva 95 anni. I suoi funerali si sono celebrati a Lavarone Cappella. Zorzi è stato un grande maestro di sci. Sempre attento. In particolare ha dedicato la sua attività didattica ai bambini.

Era Lino che arrivava al campetto già con gli scarponi nei piedi e diceva ai suoi allievi «non possiamo perdere tempo, dovete imparare ad amare questo sport, che è cultura e storia della nostra terra».

A Lavarone era diventato un'istituzione, insieme a Pino Stefan, anche lui andato avanti. Erano partiti in sette dall'altopiano alla volta di Selva Val Gardena per ottenere la licenza di maestri di sci. Correva l'anno 1963, e li chiamavano "i magnifici sette". Lino era il più alto d'età. Sapeva amalgamare il gruppo, le sue osservazioni non erano mai scontate, guardava con innata fiducia al futuro. Sapeva tramandare la cultura dello sci, ed anche i genitori dei bambini restavano affascinati dal suo modo di fare, gentile, disponibile, mai fuori posto. Sempre elegante.

Un uomo raro, che lascia un vuoto tremendo nel cuore dei familiari e nella comunità. Ricordava spesso il passato, gli insegnamenti dei vecchi saggi, dei genitori. Lino in un contesto non certo ricco ha saputo con il lavoro ed il sacrificio allevare la famiglia con grande dignità e saggezza. È stato anche emigrante: prima a Napoli, e poi per un periodo in Svizzera. Qui ha capito cosa significasse essere "migranti", partire con una valigia di cartone per conquistare un tozzo di pane.

La storia comunque passa, e l'uomo spesso la dimentica. Zorzi è stato anche un muratore provetto, tanto che i suoi collaboratori ed amici lo chiamavano "mister millimetro", tanto era scrupoloso e preciso. Nella comunità di Lavarone era benvoluto e rispettato, una figura che in silenzio e con fare signorile sapeva diffondere tranquillità e saggezza.

Uomo di fede, una fede cristallina che ha professato fino all'ultimo attimo facendo in questi ultimi lustri anche il sacrestano. Non apparenza ma orgoglio, capacità intuitiva, amore sublime per la gente che soffre, per gli ultimi. Desiderava un mondo più equo, più solidale e lo manifestava con le sue opere di carità.

Nonno straordinario (Isacco Corradi, sindaco di Lavarone, è uno dei suoi nipoti), viveva con la famiglia in una località attraente, bella e suggestiva, Longhi, che lui amava. Camminava veloce, non si fermava mai, sapeva ascoltare le persone, dono rarissimo in questa società dove tutti parlano.

Era una persona umile, semplice, vestiva gli abiti del montanaro e ne era immensamente orgoglioso. In soggiorno appesi al muro un paio di "veci asoti" (sci), per capire, per ricordare, per tornare a scivolare nelle piste dove la neve è fatta di stelle.

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