Racconti di guerra delle donne di Lasino
Presentato all'anniversario della mostra “La dòna de ’sti ani”
Terzo anniversario d’apertura di un’esposizione permanente che per il comitato promotore meritava di essere celebrato con una raccolta di racconti al femminile, oggi che “tutto è passato e poco se ne parla”. Nel tardo pomeriggio dell’Immacolata c’è chi ha voluto varcare la soglia della porta d’ingresso dell’interrato del palazzo municipale di Lasino, usualmente accessibile al pubblico in via straordinaria, per assaporare il profumo del tempo che fu e perfino cedere a qualche luccicone nel fluire martellante dei ricordi. Tre anni di iniziative come altrettante sono le sale straordinariamente stipate da un dovizioso corredo - resistito alle insidie del tempo - di mobilio, utensili, abiti e suppellettili de “La dòna de ’sti ani”, vale a dire della massaia di mezzo secolo fa o giù di lì. Tempi di guerra scanditi da fame, freddo e disperazione. Villici e borghesi, colti e analfabeti: in comune, un destino crudele.
Quanti soldati non fecero rientro alle loro case, falciati dalle granate, assiderati senza comprendere il senso di tanta efferatezza. E quante madri, mogli, fidanzate o sorelle in trepidante attesa, appese a un sottile filo di speranza, com’è stato a suo tempo per quelle di Lasino assurte ora a protagoniste del libro “La guerra vissuta dalle donne”, ossia dieci storie inedite della seconda guerra mondiale scaturite dalla penna di Tiziana Chemotti. Vicende realmente accadute a coloro che hanno vissuto “in silenziosa pacatezza gli orrori della guerra” e provato sulla propria pelle “un’infinta prostrazione”. Alla presentazione del volume, che non approderà nelle librerie, una sala consiliare gremita fino all’inverosimile. “Avvertivo il bisogno di conservare la memoria storica di fatti che hanno interessato personalmente i nostri compaesani”, la schietta premessa dell’autrice alludendo alle traversie “spesso assopite”, ma parzialmente rispolverate dalla proiezione di tre filmati seppiati curati dalla Filodrammatica San Siro (riprese video dello storico Ettore Parisi) per la regia di Anna Matteotti ed Ermenegilda Pedrini.
Patrocinato congiuntamente dall’Assessorato alle Pari Opportunità, dal comune di Madruzzo e dal Bim Sarca Mincio Garda, la pubblicazione frutto di un lavoro durato all’incirca un anno è dedicata a quelle “silenziose eroine cui si deve tutto il nostro rispetto”, donne aggrappatesi alla preghiera quale “unico rifugio di fronte all’impotenza”. Di esse soltanto la novantacinquenne Anna Pisoni è tuttora in vita: dalle sue e altre narrazioni sono emerse “cose che non si possono dimenticare”, condensate con linguaggio impastato di compassione.