Vin Santo, un museo a Padergnone
L’idea di un «Museo caveau del Vino Santo» non è rimasta ferma in un cassetto a rischiare l’ammuffimento. Del resto per esprimere l’eccellenza del passito Trentino Doc della Valle dei Laghi, quello che si era soliti conservare e servire agli ospiti di riguardo nelle ricorrenze speciali, richiede un affinamento di sei anni in barrique di rovere, ma questa volta potrebbe esprimere il meglio di sé distante dal fresco della cantina e in tempi celeri.
Il condizionale è d’obbligo trattandosi di un progetto rimasto sospeso nell’aria del quale, i più, poco o nulla sanno se non per via ufficiosa da voci che si sono rincorse senza certezza alcuna. Ambizioso sì, ma da riempire di sostanza per dirsi potenzialmente strategico sul fronte dell’immagine della Valle dei Laghi in chiave turistica.
L’intervento di riqualificazione e restauro conservativo degli avvolti comunali sottostanti Piazzetta del Mercato. Forti perplessità venivano sollevate in merito a quel centinaio di metri quadrati, che funsero da appassitoio, destinabili a spazio espositivo che così com’è oggi sconta la mancanza di servizi igienici e uscite di sicurezza. Messa alle strette l’amministrazione comunale è corsa ai ripari: in ballo c’è un gruzzolo di contributi a valere sul Psr 2014-2020 - Progetto Leader «recupero e valorizzazione delle testimonianze storico culturali» - per cui la strada obbligata ha comportato l’approvazione in linea tecnica della progettazione esecutiva entro il 25 gennaio scorso.
Ma nella riqualificazione architettonica predisposta dall’architetto Maurizio Patton abbinata all’allestimento museale vero e proprio a cura di Albatros Srl ) gli esponenti della minoranza di Progetto Vallelaghi avrebbero intravisto deboli prospettive specie «perché per funzionare, un progetto come questo ha bisogno di una condivisione più ampia che non c’è stata».
Diversamente per il Gruppo di azione locale (organo preposto all’attuazione della Strategia di sviluppo locale) che ha ritenuto ammissibile la domanda di finanziamento: 142 mila euro a condizione di disporre di servizi igienici internamente al fabbricato. Il tutto dovrebbe costare un centinaio di migliaia di euro in più sommando 130 mila euro per il nuovo lifting ad una cifra di poco inferiore stimata per i pannelli didascalici, gli espositori informativi, i totem, la strumentazione multimediale e quant’altro per vivere l’esperienza del museo non meno di quella dell’apprendimento.