Roncegno, che brutto scherzo con le pagelle «impazzite»
La dirigente Clara De Boni, ha bollato l’errore come un «fatto insignificante»
Pagelle impazzite all’Istituto comprensivo Centro Valsugana, scuola secondaria di primo grado di Roncegno, nel giorno più bello in cui l’anno scolastico finisce davvero nel bene o nel male con il giudizio finale e finalmente si possono sdoganare le vacanze estive. Ma capita che voti bellissimi nell’arco di un solo quadrimestre, scritti nero su bianco, diventino pessimi e viceversa facendo strabuzzare gli occhi dei genitori che si convincono di avere perso un passaggio nel rendimento scolastico dei propri figli. Invece no.
Nessuna alchimia, nessuna sorpresa amata o odiata che sia, nessun miglioramento o peggioramento inspiegabile e repentino di attaccamento o disaffezione alla scuola ma solo, per modo di dire, un errore di assemblaggio della stampante che tra il frontespizio della scheda di valutazione e la pagina dei voti, ha inframezzato un foglio bianco facendo slittare in avanti e mescolando alla rinfusa nomi e giudizi degli alunni della prima media. Alcune mamme, dopo l’iniziale smarrimento, di fronte al docente che consegnava le pagelle hanno espresso timidamente le loro perplessità.
Le risposte, voti alla mano, sono state rassicuranti: «Suo figlio/a è migliorato/a o peggiorato/a signora (a seconda dei casi)», è stato l’insindacabile giudizio dell’insegnante. Forti delle certezze le mamme sono ritornate a casa. Chi gaudente non sapendo come fare per premiare il figlio diventato a loro insaputa straordinariamente diligente, chi invece indecisa su quale castigo comminare per l’inaspettata caduta di rendimento.
Ma l’equivoco, dopo poco, è stato chiarito. Una telefonata dalla segreteria della scuola avvisava che c’era stato un errore e invitava a riconsegnare la pagella sbagliata per la sostituzione con quella corretta, che era stata nel frattempo ristampata. Un procedimento che ha riguardato tutte le pagelle degli alunni di una intera sezione. Gli errori della tecnologia sono più frequenti di quanto si immagina e poco male se sono corretti dentro le mura della scuola. Ma a nessuno è venuto in mente di controllare un maldestro «copia incolla» prima di consegnare la scheda.
L’incongruenza era peraltro facilmente ravvisabile, tanto più che nell’angolo in alto a sinistra il nome del legittimo proprietario dei voti era visibile a chiare lettere ed era ovviamente diverso da quello dell’intestatario del foglio.
La dirigente Clara De Boni, ha bollato l’errore come un «fatto insignificante», che può succedere con l’uso ormai consolidato dei software a cui è affidato tutto lo scibile umano. «C’è anche la privacy sui voti adesso?», dice piccata ancora la professoressa De Boni. Non esiste una norma del Garante che stabilisca la tutela della privacy sui voti e sull’esito degli scrutini dato che la scuola deve operare in regime di perfetta trasparenza ma esiste la diligenza di chi opera nella scuola e sta scritta dappertutto. Quella auspicata dal gruppo di mamme a cui è stata consegnata la pagella sbagliata.