Acsm Teleriscaldamento perde clienti per l'inverno
Acsm Teleriscaldamento spa perde clienti, almeno per quest’inverno. Il consistente calo del prezzo del gasolio da riscaldamento, passato da 1,5 euro di gennaio 2014 a 1,2 euro circa di fine novembre 2015 (listino prezzi della Camera di commercio di Trento) sta infatti rendendo conveniente per le utenze medio-grandi riattivare le proprie caldaie a combustibile fossile e «chiudere» il rubinetto che le collega alla centrale costruita a Transacqua e inaugurata nel 2012.
È quello che, per esempio, hanno deciso di fare per questo inverno due realtà importanti di Primiero, come l’Apsp San Giuseppe e l’Istituto Salesiano Santa Croce di Mezzano.
Federica Taufer, direttrice della casa di riposo di Transacqua che conta 80 ospiti, ha firmato il 27 novembre una determinazione con cui di fatto si stabilisce, «visto il costo competitivo del gasolio», di «ripristinare il funzionamento delle caldaie a gasolio per il riscaldamento durante la stagione invernale sia presso la sede in viale Marconi 19, sia presso gli allloggi protetti in viale Marconi 28», dando incarico a un tecnico di realizzare il servizio.
Spiega il presidente dell’Apsp, Silvio Moz: «Il riscaldamento attualmente ci costa circa 50mila euro l’anno. Ci siamo fatti farte i conti da due diversi tecnici: in questa fase riscaldarci a gasolio con le nostre caldaie costa il 20% in meno che stare allacciati al teleriscaldamento. Dopo i calcoli, abbiamo contattato Acsm Teleriscaldamento, annunciando le nostre intenzioni ma dicendoci anche disponibili a rinunciare alla riattivazione delle caldaie se ci avessero fatto condizioni più favorevoli». Uno sconto, insomma, sulla normale tariffa.
«Ma la società - prosegue Moz - ha risposto che non è possibile. Ci saremmo aspettati almeno un incontro, per discuterne, ma non c’è stato. Anzi, ci è stato detto che i calcoli fatti da noi non sono giusti e che riattivare le caldaie ci costerà di più».
Argomentazione che non ha convinto il cda dell’Apsp, che però resta disponibile a rivedere la decisione: «Se Acsm fa un passetto avanti, lo facciamo anche noi - dice Moz -. Comprendiamo il valore sociale e ambientale del teleriscaldamento, però di fronte a certe cifre, noi dobbiamo far quadrare i conti e gravare il meno possibile sulle rette dei nostri ospiti. Diecimila euro in più o in meno di riscaldamento, in un bilancio come il nostro, fanno la differenza tra l’andare sotto e il restare a galla».
Analogo il ragionamento fatto da don Roberto Dissegna, direttore dell’Istituto salesiano di Mezzano che gestisce una scuola primaria e una secondaria paritarie con 160 studenti: «Non ci stacchiamo dalla centrale di teleriscaldamento, anche perché portarlo fin qui è costato molti soldi, ma i nostri tecnici hanno calcolato che almeno quest’inverno risparmieremo il 20%, alimentandoci a gasolio con le nostre vecchie caldaie. Il nostro complesso scolastico è molto grande, oltre alle aule dove si fanno molte attività extra orario c’è anche una palestra che funziona a pieno ritmo tutto il giorno».
Acsm Teleriscaldamento spa, interpellata per capire come si chiuderà il 2015 (dopo un 2014 con un passivo di 525.957 euro) e se questi «distacchi» temporanei possano rappresentare un problema, si trincera dietro il «no comment».