Rurale Alta Valsugana Malumori sulle fusioni

Grande presenza e partecipazione di soci alla riunione indetta mercoeldì sera dalla Cassa Rurale di Caldonazzo al teatro parrocchiale: ampio e animato il dibattito dopo aver assistito alla presentazione del progetto «Alta Valsugana» che prevede la nascita di un'unica grande Cassa Rurale, con Pergine capofila, della quale faranno parte Caldonazzo, Levico, Pinetana Fornace e Seregnano e la stessa Pergine, a partire dal primo luglio prossimo. Prima di procedere, però, le singole Casse devono consultare i soci, che esprimeranno il loro parere durante un'assemblea straordinaria prevista per il mese di maggio.

Molteplici i dubbi e gli interrogativi dei soci caldonazzesi sulla nuova realtà bancaria che partirà con «un disavanzo di gestione di 39,6 milioni di euro, anche se - come ha specificato il direttore Renzo Ciol a - abbiamo un indice di solvibilità del 17% che ci permette di affermare che questa nuova grande Cassa nascerà con le spalle larghe, per affrontare l'attuale aspetto economico finanziario del nostro territorio e stare al passo con i tempi».

Rimandate a settembre tuttavia le risposte degli amministratori presenti, che non hanno saputo soddisfare le richieste dei soci, soprattutto quelli in possesso di azioni, che temono per i loro fondi e hanno chiesto a gran voce la restituzione di almeno una parte della somma versata.
«Sono socio da più di trent'anni e per la prima volta sono seriamente preoccupato - ha detto uno dei presenti, applaudito dai colleghi -: la nostra Rurale è la più salda tra le quattro, con un buon patrimonio e questo anche perché noi abbiamo continuato ad investire, per una cifra di più di 2 milioni e 500 mila euro, in azioni; finora ci avete detto che siamo in una botte di ferro, ma adesso che speranza abbiamo di riavere indietro i nostri soldi?».

La vicepresidente Patrizia Montermini ha spiegato che per decidere la percentuale del rimborso dei capitali serve l'autorizzazione della Banca d'Italia, ma gradatamente dovrebbe essere possibile a patto che questo non intacchi la sicurezza della banca.
Il numero di soci, che con l'unione salirà a più di 10 mila, spaventa non poco, per la gestione delle assemblee: già ora non c'è tempo per ascoltare i suggerimenti e i dubbi di tutti, moltiplicando territorio e interessi si complicheranno ulteriormente le cose.
«Non ci siamo nemmeno posti il problema - ha detto Montermini - alle assemblee non partecipano mai tutti i soci; saranno create appositamente delle consulte che si rapporteranno direttamente con il Cda». Ma ai presenti non piace l'idea di essere messi da parte.

Perplessità generale tra i soci anche perché «nella presentazione abbiamo visto molte slides con i numeri sommati delle quattro, ma in nessuna si mostrano i dati delle singole banche; l'impressione è che non ci sia trasparenza, il che fa pensare che qualche banca abbia bisogno di questo provvedimento per sopravvivere, e non è di sicuro Caldonazzo».
Secondo i presenti alla serata, si tratta di uno sposalizio con Casse che sono «messe peggio» di quella alla quale si sono affidati e far la parte della «sposa dalla dote più ricca», secca non poco i soci caldonazzesi, che vorrebbero avere la rassicurazione che i soldi da loro depositati non siano soltanto virtuali.

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