Il lago di Levico non diventi una discoteca a cielo aperto
L'appello del presidente degli albergatori termali
Il lago di Levico non può essere trasformato in un divertimentificio o in una discoteca a cielo aperto. Per garantirgli un futuro, la strada deve essere un’altra, come spiega Walter Arnoldo, presidente Associazione Albergatori di Levico Terme, in questo intervento:
«Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’...», così cantava Dalla, interpretando uno dei brani più famosi della sua inimitabile carriera di cantautore. Io sostituisco «amico» con «lago», perché in fondo considero il bacino lacustre del mio paese, Levico, alla stregua di un essere umano, per quanto grande è l’affetto che fin da piccolo, nutro per quest’incantevole specchio d’acqua.
Me lo ricordo fin da marmocchio, perchè avevo solo 4 anni, quando in pantaloncini corti, partivo da casa con una rudimentale canna da pesca fra le mani e il mondo per me era tutto su quelle sponde ancora ricche di canneti, sole, pesci, avventure e vita all’aria aperta. Oggi invece scopro, sempre più con amara sorpresa, che le peculiarità e le caratteristiche ambientali veramente uniche, del mio caro vecchio «amico», vengono calpestate, ignorate, profanate da quello che si permetta avvenga lungo le sue sponde.
Certo, il lago è di tutti e probabilmente è corretto che venga usato anche come una discoteca, come un’immensa balera a cielo aperto o un incontrollato mega parcheggio degno di un centro commerciale lombardo, durante certe manifestazioni, lungo tutte le vie d’accesso al bacino.
Personalmente ho delle idee diverse, su come si potrebbe «usare» il lago per intrattenere la popolazione residente e per le migliaia di turisti che d’estate animano la cittadina termale.
Il lago di Levico ormai da qualche anno ha l’onore di fregiarsi dell’ambito riconoscimento della Bandiera Blu. Non ho ben presente quali caratteristiche debba avere un lago per vantarsi di tale qualificante onorificenza, ma di primo acchito, mi verrebbe da pensare a qualche cosa legato proprio all’ambiente, all’acqua particolarmente pulita e al rispetto e alla cura della popolazione stessa, nei confronti di uno dei laghi più belli della penisola. Ma questo purtroppo è vero solo in parte: la spiaggia pubblica è tenuta come nemmeno il più bravo dei giardinieri inglesi riuscirebbe a fare, ma ormai sempre più spesso quel tappeto verde che contrasta con i blu di acqua e cielo levicensi, viene usurpato da ciò che rimane di feste al limite della decenza e del buon senso...
Il Comune sta lavorando bene e si sta impegnando a fondo per portare a termine l’agognata riqualificazione delle sponde del Lago, parcheggi inclusi, probabilmente regalando fra qualche anno, ai fruitori dello specchio d’acqua levicense, una delle più belle passeggiate dell’intero arco alpino e una spiaggia altamente qualificata e pronta ad accogliere con servizi degni di tale nome, le migliaia di turisti. E allora non capisco perché non sia questa la linea da seguire, quella cioè della riqualificazione del lago nel rispetto dell’ambiente, se poi invece si permette un vero e proprio inquinamento acustico, rappresentato da musica assordante, letteralmente sparata ad un volume insensato, nel corso di feste ormai sempre più frequenti e con orari assolutamente non consoni ad una località turistica.
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Ma dove finisce il rispetto dell’ambiente, delle centinaia di specie animali che grazie al cielo ancora nidificano lungo le sponde del lago e che ne fanno la sua ricchezza biologica, se la «musica» sparata da autoparlanti da stadio, fa tremare i vetri delle case limitrofe al bacino? Ma non è un controsenso permettere certe manifestazioni, dopo aver ottenuto sta benedetta Bandiera Blu? Personalmente mi meravigliano proprio i giovani, che dovrebbero essere i primi ad avere una coscienza ecologica (Coscienza che molto spesso è mancata proprio a noi adulti, alla mia generazione, inquinatrice per definizione: ma che futuro e che mondo stiamo lasciando alle prossime generazioni?). Perché non sono i giovani che si oppongono alla fuga di anatre, folaghe, svassi, gallinelle d’acqua magari costrette ad abbandonare i nidi perché in preda al panico, causa bombardamento acustico, causando una strage fra le uova che necessitano d’esser covate ad una determinata temperatura? Ma io vorrei che anche qualche autorevole rappresentante della Lipu dicesse la sua opinione in proposito. Ma non sono solo gli uccelli acquatici ad arricchire la fauna del lago: lungo le sponde selvagge dei colli di Tenna e della Benne, prosperano caprioli, cervi, scoiattoli, volpi e tanti altri piccoli mammiferi magari dalla vita notturna: durante la guerra acustica, sono convinto, troveranno rifugio e ristoro per il loro delicato udito, solo se scappano alle pendici della Panarotta, tanto inospitale si presenta, nelle ore serali e notturne, il loro habitat naturale.
Ho parlato di panico procurato ai volatili e agli animali dei boschi, ma sorvolo, dandola per scontata, sull’altrettanto pericolosa possibile «fuga di turisti» dagli alberghi rivieraschi, vista la presa in giro propinata dagli albergatori che sui loro siti e sulle loro costose brochure, continuano ad offrire, dopo 100 anni di storia turistica, terme, tranquillità, spiaggie uniche e passeggiate romantiche. Io sono da sempre convinto che il nostro lago, viste le sue caratteristiche di grande anfiteteatro naturale, potrebbe e dovrebbe rientrare nel circuito dei «Suoni delle Dolomiti», con concerti di livello, qualificanti, mi si permetta di dirlo, anche per quella che per fortuna rimane ancora una clientela di un certo livello, che sicuramente desidera soggiornare a Levico perché cerca ed è convinta di trovare benessere, tranquillità, salubrità, relax e non una Rimini o peggio un’imbarazzante Ibiza di montagna.
Non sono assolutamente per l’abolizione delle feste giovanili sul lago, lo voglio sottolineare con forza: sono invece fermamente contro volumi sconsiderati con i quali si permette di far ascoltare certa «musica» e sono amareggiato per gli orari che vengono concessi a chi organizza le feste: le 2 di notte sono troppo, non solo per i turisti, ma anche per i residenti che avrebbero diritto ad un sacrosanto riposo, nel cuore della notte. Lo so, anche questa volta mi tirerò addosso le ire di qualche mio illustre e autorevole concittadino, semplicemente per aver espresso il mio parere, sicuramente diverso e in contrasto con quello della stragrande maggioranza dei miei concittadini, e purtroppo i giovani in primis.
Non pretendo neanche il rispetto per un’opinione diversa, pur convinto di vivere in un paese ancora democratico dove anche le idee degli altri, o di una minoranza, deve poter essere espressa liberamente. L’unica cosa che mi farebbe piacere ottenere, con questo mio intervento, ovviamente senza la presunzione di insegnare qualche cosa a chichessia, è il far prendere coscienza a qualche giovane levicense e non, che amare il lago significa rispettarlo per quelle che sono tutte le forme di vita che ospita, per la sua biodiversità unica e pertanto fragile e che rappresenta la vera ricchezza, il vero patrimonio di tutta la cittadinanza levicense, della popolazione della Valsugana o semplicemente degli amanti e fruitori di un lago a dir poco, nonostante chi tenta sempre più spesso di violentarlo, semplicemente meraviglioso.