Scuola liberty a Levico Materna a Villa Immacolata

Sono partiti i lavori per la realizzazione della nuova scuola materna a Villa Immacolata; il cantiere, del costo di 5,653 milioni di euro, sarà uno dei più impegnativi per l’amministrazione dei prossimi tre anni. 
 
Il progetto sarà realizzato in poco più di un anno e prevede il mantenimento dell’edificio storico, che sarà affiancato da una nuova struttura su due piani in vetro e calcestruzzo che andrà a coprire gran parte della superficie sud ovest dell’area ma non sarà molto impattante da quello che mostra il rendering (nella foto), in quanto risulterà più bassa rispetto al livello strada di viale Rovigo e via Avancini.
 
La costruzione della nuova struttura, della quale si parlava ancora nel 2006, avverrà secondo parametri di bioedilizia e di risparmio energetico con ampie vetrate verso sud; da anni infatti i bambini delle frazioni sono costretti a migrare verso i paesi vicini e questa nuova sede andrà ad ampliare la capienza della scuola materna Taita Marcos di via Caproni, che attualmente ospita 7 sezioni e di quella di Barco.
 
«Le nuove classi saranno sei - spiega l’assessore Andrea Bertoldi - per un totale di circa 150 bambini; con questo aumento consistente di posti a disposizione dovremmo riuscire a supplire alle richieste attuali e soddisfare le esigenze anche delle frazioni che sono al momento i più penalizzati e costretti a spostarsi a Novaledo».
 
La nuova struttura sarà quindi grande e articolata con il piano terra dedicato 
alle aule, e cucine, sale da pranzo e stanze ricreative al secondo piano, con uno spazio di 260 metri quadrati per piano; se è vero che l’edificio nuovo avrà una metratura importante andando a coprire gran parte del terreno attorno a Villa Immacolata con una volumetria di 908 metri cubi, resterà un’ampia area verde: «sono più di 1000 metri quadrati di giardino diviso in due spazi principali e una striscia verso sud davanti alle aule, che è veramente molto rispetto a quello dell’asilo attuale».
 
La parte migliore del progetto è che Villa Immacolata non subirà alcun mutamento e resterà a simboleggiare lo stile liberty di fine ottocento; fu costruita infatti nel 1896 in concomitanza con la stazione ferroviaria e il Kaffee Buffet, viale Stazione, il Parco asburgico e l’Imperial Grand Hotel. Venne subito affittata dall’ingegner Pollaceck gestore del compendio termale e del Parco, e nel 1910 venduta all’ingegner Oss di Trento. Nel 1922 subentrano le suore Ancelle della Carità di Brescia, adibendo la villa ad orfanotrofio femminile, che ospitava più di 50 bambine e ragazze fino alla maggiore età, rinomate per la loro bravura nel ricamo; in seguito, sempre proprietà delle suore bresciane, divenne una casa di soggiorno per gli ospiti che, bisognosi di cure, si recavano alle Terme. Abbandonata per il ritiro delle religiose dal territorio, fu acquistata nel 1995 dalla giunta Fontana e nel 2006 pensata come ampliamento della scuola materna.

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